doBank in spolvero a Piazza Affari. Intorno alle 12:00 le azioni registrano un rialzo del 3% a 12,85 euro, mentre l’indice di settore lascia sul terreno lo 0,2 per cento.
Il gruppo lo scorso 11 febbraio ha comunicato i risultati preliminari 2018, che hanno messo in luce un utile netto adjusted di 52,6 milioni (+17% rispetto al 2017), di cui il 70% sarà destinato ai dividendi.
Andrea Mangoni, Ad di doBank, aveva così commentato: “Nel 2018 sono stati compiuti importanti passi avanti nella realizzazione del nostro business plan sia a livello organico, con un’Ebitda in crescita del 20% e una generazione di free cash flow per oltre 65 milioni, sia tramite M&A. Alla luce di questi risultati e dell’accordo per l’acquisizione di Altamira, guardiamo al mercato europeo del credit servicing con ottimismo e continuiamo a vedere opportunità di crescita nei mercati e nei segmenti di prodotto in cui siamo leader”.
Proprio l’acquisto dell’85% del servicer spagnolo Altamira, annunciato a fine 2018, ha contribuito al forte rally di inizio anno del titolo.
Il gruppo prevede di aggiornare gli obiettivi del business plan successivamente al closing dell’acquisizione, atteso entro maggio 2019.
In particolare, l’attuale versione del piano strategico prevede, in termini consolidati, una crescita dei ricavi tra l’8% e il 9% in media tra il 2017 e il 2020 (Cagr), un’Ebitda in aumento di oltre il 15% all’anno in media nello stesso periodo, un incremento dell’utile per azione a tassi superiori di quelli previsti per l’Ebitda e un pay-out ratio pari almeno al 65% dell’utile consolidato.
Nel corso della conference call relativa alla presentazione dei risultati, Mangoni aveva fatto presente il potenziale interesse per piccole piattaforme, ma “al giusto prezzo”.