I deludenti dati macro USA sulle vendite al dettaglio di dicembre e le richieste di sussidi di disoccupazione hanno spinto al ribasso i futures su wall street, verso le ore 14:30, con riflessi anche sui principali indici europei.
Milano, già negativa nella mattinata, ha infatti allargato le perdite odierne allo 0,7%. Il Dax di Francoforte cede invece lo 0,7%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,2% e il Cac40 di Parigi lo 0,5%. Il Ftse 100 di Londra (+0,1%) riesce invece a mantenersi positivo.
Come preannunciato dai futures, i principali indici di Wall Street hanno aperto le contrattazioni con ribassi tra lo 0,4% e lo 0,7%.
Nonostante il clima della seduta sembrava impostato verso un mood attendista, in attesa di ulteriori sviluppi riguardanti la guerra commerciale con la Cina, le vendite al dettaglio hanno deluso le aspettative degli analisti, evidenziando un calo su base mensile dell’1,2% (+0,1% consensus). Il dato di novembre è stato rivisto al ribasso a +0,1% da +0,2% inizialmente comunicato. Una contrazione ancora più marcata su base mensile escludendo il comparto auto (-1,8% vs consensus flat) e in rallentamento rispetto alla variazione nulla del mese precedente (rivista dal precedente +0,2%).
Il rallentamento dell’economia sembra trovare conferma anche nel dato relativo ai sussidi di disoccupazione, pari a 239mila unità, superiori rispetto al consensus (225mila unità) e alle 235mila unità della settimana precedente (riviste di poco al rialzo dalle precedenti 234mila unità).
Per quanto riguarda la guerra commerciale tra USA e Cina – ricordiamo – che a Pechino è in corso un nuovo round di negoziati tra le parti con il segretario al Tesoro Steve Mnuchin e il rappresentante commerciale Robert Lighthizer a colloquio con il vice premier cinese Liu He. Negli ultimi giorni Trump avevano aperto a una possibile estensione di 60 giorni della scadenza della tregua sui dazi fissata per il prossimo 1° marzo, al fine di raggiungere un’intesa con la potenza asiatica.
I dati macro riguardanti l’Eurozona non hanno sortito, invece, particolari effetti sui corsi azionari. La seconda lettura relativa al Pil dell’Eurozona del quarto trimestre 2018 ha infatti confermato le stime degli analisti e la prima lettura. Nel dettaglio, il prodotto interno lordo ha registrato una crescita dello 0,2% su base trimestrale e del 1,2% su base annuale, in linea con il consensus. L’Italia è l’unico paese dell’Ue in recessione nel quarto trimestre del 2018, con un calo dello 0,2% (-0,1% nel terzo trimestre 2018). Il senior vice president di Moody’s Kathrin Muehlbronner ha confermato che l’Italia è in recessione tecnica e pur essendo una fonte di preoccupazione, non c’è un rischio contagio per l’intera area Euro. Le stime sulla crescita dell’Europa saranno riviste tuttavia al ribasso.
Il rendimento del decennale italiano scendo di un punto base rispetto a ieri al 2,78%, con lo spread in aumento a 268 punti base, complice il calo del Bund.
Sul forex, il biglietto verde scivola nei confronti delle altre valute dopo i guadagni degli scorsi giorni, con il cambio EUR/USD a 1,1295 e il cambio USD/JPY a 110,61.
Tra le materie prime, scendono le quotazioni del greggio con il Brent (-0,1%) a 63,5 dollari al barile e il Wti (-0,9%) a 53,4 dollari al barile. Ieri i dati settimanali EIA aveavano annunciato un incremento superiore alle attese delle scorte Usa
Tornando infine all’azionario di Piazza Affari, Campari continua a guidare il Ftse Mib a +1,5%. Acquisti anche su Juventus Football Club (+1,2%) e Recordati (+0,9%). In coda, invece, Banco BPM (-2,2%), Azimut (-2,4%) e Salvatore Ferragamo (-2,9%).