Le borse europee rallentano il passo ma si mantengono perlopiù in rialzo, ad eccezione di Milano che si muove, invece, in territorio negativo (-0,4%). Dopo aver superato la soglia dei 20.000 punti in apertura, le vendite sui bancari hanno prontamente riportato il principale indice milanese in area 19.900 punti.
Nel frattempo, poco prima di mezzogiorno, il Dax di Francoforte guadagna lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,4%, il Ftse 100 di Londra lo 0,2% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,1 per cento. Nonostante i corsi azionari non sembrino risentire in modo deciso della situazione governativa spagnola, le attenzioni odierne sono rivolte verso il Paese iberico, dove sembra concretizzarsi il rischio di elezioni anticipate dopo la bocciatura di ieri della legge di bilancio al 2019.
I mercati mantengono un atteggiamento cauto in attesa di ulteriori sviluppi riguardanti la guerra commerciale tra USA e Cina. A Pechino è in corso un nuovo round di negoziati tra le parti con il segretario al Tesoro Steve Mnuchin e il rappresentante commerciale Robert Lighthizer a colloquio con il vice premier cinese Liu He.
Le ultime parole di Trump avevano aperto a una possibile estensione di 60 giorni della scadenza della tregua sui dazi fissata per il prossimo 1° marzo, al fine di raggiungere un’intesa con la potenza asiatica.
Sul fronte macroeconomico, a gennaio la bilancia commerciale cinese ha registrato un saldo positivo pari a 39,16 miliardi di dollari, in calo rispetto al surplus di 57,06 miliardi di dicembre. Il dato ha superato le attese dagli analisti che si attendevano un saldo positivo per 34,30 miliardi. Si segnala che la Cina è riuscita a compensare in parte il minore export verso gli Stati Uniti con il resto del mondo, diminuendo le importazioni dagli USA di oltre il 40 per cento.
Sempre tra i dati macro, la lettura preliminare del Pil tedesco del quarto trimestre ha evidenziato una variazione congiunturale nulla, dopo il -0,2% del trimestre precedente e a fronte del +0,1% previsto dal consensus. Su base annuale, la crescita ha rallentato in linea con le attese al +0,9%, dal +1,1% della rilevazione precedente.
La seconda lettura relativa al Pil dell’Eurozona del quarto trimestre 2018 ha confermato le stime degli analisti e la prima lettura. Il prodotto interno lordo ha registrato una crescita dello 0,2% su base trimestrale e del 1,2% su base annuale, in linea con il consensus.
L’Italia è l’unico paese dell’Ue che nel quarto trimestre 2018 si trova in recessione, con un calo dello 0,2% (-0,1% nel terzo trimestre 2018). Rendimenti in rialzo sull’obbligazionario, con il decennale italiano in aumento al 2,82% e il relativo spread verso il Bund tedesco che si allarga a 270 punti (+5 pb).
Moneta unica in leggero rafforzamento verso il dollaro e lo yen, con i due cambi EUR/USD E EUR/JPY rispettivamente a 1,1272 e 125,17.
Tra le materie prime, salgono le quotazioni del greggio con il Brent (+1,3%) a 64,5 dollari al barile e il Wti (+0,8%) a 54,3 dollari al barile. Una variazione positiva che non ha risentito dell’incremento superiore alle attese delle scorte Usa evidenziato ieri dai dati settimanali Eia.
Tornando infine all’azionario di Piazza Affari, Campari guida il principale indice milanese a +1,9%, seguita subito dopo da Prysmian (+1,1%) e Recordati (+1%). Vendite diffuse sui bancari, in coda Unicredit (-1,9%), Salvatore Ferragamo(-2,3%) e Banco BPM (-2,6%).