Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un guadagno del 2,1% facendo nettamente meglio dell’analogo europeo (+0,9%), beneficiando degli acquisti sul comparto bancario (+1,2%) e “battendo” il Ftse Mib (+0,9%).
Sullo sfondo rimangono i timori legati alla frenata della crescita globale, anche in scia a qualche perplessità sulla possibilità che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente giungere ad un’intesa sul fronte commerciale al termine della tregua stabilita per inizio marzo, anche se l’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, si è detto fiducioso sulla faccenda, e potrebbe posticipare la deadline della tregua nel caso si raggiungesse un compromesso. Oggi e domani si terrà un vertice a Pechino tra i rappresentanti delle due superpotenze per un altro step di colloqui.
In merito all’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha testimoniato l’ingresso in recessione tecnica per l’economia, dopo la flessione evidenziata da quello del terzo trimestre, portando la Commissione Europea a ridurre le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno.
La nuova seduta in rialzo del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, con Azimut (+4,2%), Banca Generali (+4,1%) e Fineco (+4,9%) in gran spolvero, sostenuti anche dalla buona partenza della raccolta netta nel 2019.
In evidenza Exor (+2%), mossasi in scia all’andamento positivo delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap ritraccia Banca Ifis (-4,8%), dopo l’exploit degli ultimi due giorni in scia ai conti. Ancora ben intonata doBank (+1,7%), mentre prosegue il recupero di Cerved (+1,2%).
Sullo Small Cap continua la rimonta Banca Intermobiliare (+3,1%), con la banca che potrebbe prendere in considerazione di crescere anche per linee esterne. Ancora in luce Banca Sistema (+0,9%), dopo gli acquisti delle ultime sedute.