Comparto bancario sugli scudi a Piazza Affari. Intorno alle 14:45 il Ftse Italia Banche segna un rialzo del 3%, rafforzando la già positiva intonazione di giornata. Il settore recupera così le perdite della seduta precedente.
L’andamento, così come quello di gran parte dei settori, è sostenuto dalla notizia dei progressi raggiunti tra Stati Uniti e Cina sul fronte commerciale, anche se ci sono alcuni punti su cui bisogna trovare una convergenza. I colloqui proseguiranno la prossima settimana a Washington, dopo quelli tenutisi a Pechino tra ieri e oggi.
Il settore creditizio, prima dello stop di ieri a causa di qualche presa di profitto, era comunque reduce da un trend favorevole, sostenuto dalle buone trimestrali riportate dalle principali banche italiane e dal fatto che le stesse presentano già requisiti patrimoniali nettamente superiori alle richieste della Bce per il 2019.
Inoltre, l’estensione dei rialzi può essere stata dovuta anche alle parole di Benoit Coeurè, membro del consiglio della Bce, il quale, secondo quanto si apprende dalla stampa, ha affermato che il rallentamento economico dell’Eurozona è superiore a quanto ci si aspettava e, a fronte di questo, l’Eurotower potrebbe considerare una nuova operazione di Tltro.
Acquisti su tutte i titoli del Ftse Mib, a partire da Banco Bpm (+4,3% a 1,90 euro), passando per UniCredit (+2,3% a 10,90 euro), Ubi (+2,6% a 2,25 euro), Mediobanca (+2,9% a 8,25 euro), Intesa Sanpaolo (+1,8% a 2,02 euro) e Bper (+2,5% a 3,45 euro).
Stesso copione sul Mid Cap, con Mps (+1,2% a 1,35 euro), Creval (+1,7% a 0,065 euro), Popolare Sondrio (+2,4% a 2,51 euro) e, più arretrato, Credem (+0,6% a 5,11 euro).
Lo sprint del comparto bancario si riflette anche sui titoli dell’asset management, con Banca Generali (+4% a 21,86 euro), Azimut (+2,4% a 12,11 euro), Banca Mediolanum (+1,5% a 5,78 euro), Fineco (+2,3% a 10,42 euro) e Anima (+1,7% a 3,70 euro).
Questi ultimi negli ultimi giorni erano stati supportati dal buon inizio di 2019 in termini di raccolta netta.