Fineco ha archiviato il 2018 con una solida performance delle commissioni nette, salite a 300,4 milioni (+11,2% a/a). Positivo anche l’andamento del margine di interesse, pari a 278,7 milioni (+5,2% rispetto al 2017). Dinamiche che hanno portato il margine di intermediazione a 625,3 milioni (+6,5% su base annua). Il periodo si è chiuso con un utile netto di 241,2 milioni (+12,7% rispetto all’anno precedente).
“Fineco archivia anche il 2018 con un utile record e in crescita a doppia cifra, un dato particolarmente importante perché ottenuto in un contesto complesso sui mercati. Questi risultati ribadiscono ancora una volta la capacità del nostro modello di business di affrontare ogni fase di mercato, grazie a una strategia orientata a un percorso di crescita sostenibile nel lungo periodo”.
È con queste parole che Alessandro Foti, Ad di Fineco, ha commentato i risultati del 2018. “Un percorso che vede i suoi pilastri nella qualità della nostra offerta, nell’efficienza operativa, e nella elevata produttività della nostra Rete di consulenti, all’interno di un approccio con la clientela che si basa su trasparenza e rispetto del cliente”, ha aggiunto il manager.
Tra le iniziativi intraprese, si segnala che prosegue senza sosta l’attività di sviluppo della nuova asset management company di diritto irlandese. La società si sta focalizzando sull’ampliamento dei fondi singoli in delega di gestione e sulla costruzione di nuovi fondi al fine di offrire una gamma di soluzioni più efficienti, flessibili e guidate rispetto agli obiettivi di investimento ed al profilo di rischio/rendimento.
All’interno dell’area banking si evidenzia il continuo rafforzamento dell’attività di lending, accompagnato da un attento monitoraggio della qualità del credito.
Il margine di intermediazione nel 2018 ha toccato 625,3 milioni (+6,5% a/a), supportato dal buon andamento delle due componenti core.
Il margine di interesse è salito a 278,7 milioni (+5,2% rispetto al 2017 ), grazie all’incremento della liquidità transazionale e alla maggior incidenza dell’attività di lending.
Le commissioni nette sono aumentate a 300,4 milioni (+11,2% rispetto al periodo di confronto), beneficiando dell’apporto di quelle relative al risparmio gestito (+8,3% a/a) e alla consulenza in materia di investimenti (+15,1% su base annua) grazie alla costante attività di riqualificazione delle masse, con conseguente crescita dei Guided products & services e all’inizio dell’operatività di Fineco Asset Management
In calo il contributo dei profitti da trading (-8,3% a 44,2 milioni rispetto all’anno precedente), che hanno risentito del difficile contesto di mercato.
I costi operativi sono cresciuti in misura meno che proporzionale al giro d’affari a 245,8 milioni (+5,4% a/a), nonostante il continuo ampliamento dell’attività. Nel dettaglio, i costi del personale sono saliti a 86,6 milioni (+9,2% rispetto al 2017) per effetto dell’aumento del numero di dipendenti, del piano di incentivazione 2018-2020 e dell’avvio della controllata Fineco AM. Gli altri costi si sono attestati a 159,2 milioni (+3,4% rispetto al periodo di confronto), di cui 1,6 milioni registrati dalla controllata Fineco AM.
Le dinamiche sopra esposte hanno portato a un risultato netto di gestione pari a 375,1 milioni (+7,7% rispetto al 2017), dopo avere contabilizzato rettifiche su crediti in significativo calo a 4,4 milioni (-18,1% a/a), anche se il confronto con il 2017 non è significativo a causa dell’introduzione del principio contabile Ifrs9.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 241,2 milioni (+12,7%). Al netto delle componenti straordinarie, il risultato netto si sarebbe attestato a 244,4 milioni (218,5 milioni nel 2017).
Sul fronte patrimoniale, al 31 dicembre gli impieghi salgono a 24,3 miliardi (+10,8% rispetto a fine 2017). In crescita anche la raccolta a 23,3 miliardi (+10,2%).
Dal lato della solidità patrimoniale, a fine 2018 il Cet1 transitional si fissa al 21,16% (20,77% al 31 dicembre 2017).