I segnali incoraggianti in merito ai negoziati tra Usa e Cina spingono le Borse europee e sostengono Wall Street nelle prime ore di contrattazioni.
A Piazza Affari il Ftse Mib chiude in rialzo dell’1,9% a 20.212 punti, in linea con il Dax di Francoforte (+1,9%), il Cac 40 di Parigi (+1,8%) e l’Ibex 35 di Madrid (+1,9%), mentre termina più arretrato il Ftse 100 di Londra (+0,6%).
Gli incontri di questa settimana fra i rappresentanti delle due superpotenze hanno portato ad un accordo di massima sui temi commerciali, con la promessa di proseguire le trattative nel corso della prossima settimana.
Dinamica che ha messo in secondo piano i timori legati al rallentamento dell’economia globale. Dopo il brusco calo di ieri delle vendite al dettaglio statunitensi, il peggiore da nove anni, a destare qualche preoccupazione sono giunti i numeri deboli sull’inflazione in Cina. In particolare, i prezzi alla produzione hanno registrato la crescita più moderata (+0,1%) da settembre 2016 e il settimo mese consecutivo di rallentamento. Inaspettatamente in calo (-0,6% m/m) anche la produzione industriale statunitense di gennaio.
A Washington, intanto, Donald Trump è pronto a firmare la legge che finanzierà il governo fino a settembre per evitare un altro shutdown, ma dichiarerà l’emergenza nazionale per costruire il muro al confine con il Messico, utilizzando i fondi destinati alle calamità naturali.
Sul Forex l’euro scivola a 1,128 dollari, mentre il cambio fra biglietto verde e yen resta poco mosso a 110,4. Variazioni contenute anche per la sterlina, dopo i dati migliori delle attese sulle vendite al dettaglio del Regno Unito, mentre il Parlamento ha bocciato una mozione del primo ministro Theresa May per tornare a rinegoziare l’accordo con l’UE e superare lo stallo sulla Brexit.
La prospettiva di un accordo più vicino sui dazi e le pressioni dell’Opec+ per un taglio dell’offerta spingono anche le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent rispettivamente in area 55,6 e 66 dollari al barile.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund risale a 270 punti base, con il rendimento del decennale italiano che aumenta al 2,80%, scontando in parte le previsioni più severe di rallentamento della crescita annunciate da Moody’s e le nuove minacce di un’eventuale uscita dall’UE dopo le elezioni europee.
Tornando a Piazza Affari, gli acquisti premiano Telecom Italia (+6,4%), sostenuta dall’intenzione di Cdp di aumentare la partecipazione nel gruppo, secondo alcuni fino al 10 per cento. Intanto, Vivendi ha svalutato la partecipazione in Tim di 1,1 miliardi.
In spolvero le banche dopo l’apertura della Bce a nuove misure per supportare la liquidità degli istituti, in particolare Banco Bpm (+6,9%), UniCredit (+5,3%) e Ubi (+5%).
Avanzano Eni (+2,3%) e Pirelli (+1,5%) in seguito alla diffusione dei conti, mentre restano lievemente negative Moncler (-0,9%) e Terna (-0,3%).