Dopo un avvio debole gli eurolistini cambiano passo e intorno alle 12:10 viaggiano in territorio positivo.
Il Ftse Mib avanza dello 0,6% in area 19.950 punti, mediamente in linea con il Dax di Francoforte (+0,6%), il Ftse 100 di Londra (+0,4%), il Cac 40 di Parigi (+1%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,7%), con la Spagna in attesa della data delle elezioni anticipate.
Un miglioramento agevolato dall’andamento dei futures sugli indici americani, che hanno ridotto le perdite nel corso della mattinata e ora viaggiano poco sotto la parità, preannunciando un avvio in frazionale ribasso per Wall Street.
Le tensioni commerciali tra gli Stati Uniti e la Cina restano il tema principale sui mercati, dopo l’ultimo round di colloqui che ha visto le parti ancora piuttosto distanti.
A ciò si aggiungono i timori per la crescita, rinfocolati dai dati deboli sull’inflazione in Cina, con i prezzi alla produzione che hanno registrato la crescita più moderata (+0,1%) da settembre 2016 e il settimo mese consecutivo di rallentamento. Inferiori alle attese anche i numeri sui prezzi al consumo, aumentati a gennaio dell’1,7% rispetto al +1,9% stimato dal consensus e del mese precedente.
Dati che si accodano a quelli di ieri sulle vendite al dettaglio statunitensi, reduci dal calo peggiore degli ultimi nove anni.
A Washington, intanto, Donald Trump è pronto a firmare la legge che finanzierà il governo fino a settembre per evitare un altro shutdown, ma dichiarerà l’emergenza nazionale per costruire il muro al confine con il Messico utilizzando i fondi destinati alle calamità naturali.
Sul Forex l’euro scivola a 1,127 dollari mentre il cambio fra biglietto verde e yen resta poco mosso a 110,45. Variazioni contenute anche per la sterlina, dopo i dati migliori delle attese sulle vendite al dettaglio del Regno Unito, mentre il Parlamento non ha approvato l’approccio del primo ministro Theresa May per risolvere la situazione di stallo nella Brexit.
Flat le quotazioni del petrolio, con Wti e Brent stabili rispettivamente in area 54,4 e 64,6 dollari al barile.
Sull’obbligazionario lo spread Btp-Bund risale a 275 punti base, con il rendimento del decennale italiano che aumenta al 2,86%, scontando probabilmente le previsioni più severe di rallentamento della crescita annunciate da Moody’s.
Tornando a Piazza Affari, proseguono gli acquisti su Telecom Italia (+6,4%), sostenuta dall’intenzione di Cdp di aumentare la partecipazione in una logica di continuità con gli obiettivi strategici sottesi all’ingesso nel capitale. La quota, attualmente poco sotto il 5%, potrebbe salire secondo fonti fino al 10 per cento. Intanto Vivendi ha svalutato la partecipazione in Tim di 1,1 miliardi.
Tonica Saipem (+3,2%) così come il comparto bancario, in particolare Banco Bpm (+2,8%) e Bper (+2,4%).
Bene Eni (+1%) in seguito alla diffusione dei conti mentre Pirelli (+0,1%) passa in positivo dopo una partenza debole in scia ai risultati. In calo anche Moncler (-1%), sottotono Fca (-0,2%) a seguito del calo delle immatricolazioni europee a gennaio (-14,9%).