Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un calo dell’1,5% e allineato all’analogo europeo (-1,4%), risentendo del rallentamento del comparto bancario (-1,6%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,8%).
Sullo sfondo rimangono i timori legati alla frenata della crescita globale, anche in scia a qualche perplessità sulla possibilità che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente giungere ad un’intesa sul fronte commerciale al termine della tregua stabilita per inizio marzo, anche se l’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, si è detto fiducioso sulla faccenda, e potrebbe posticipare la deadline (di 60 giorni secondo indiscrezioni) della tregua nel caso si raggiungesse un compromesso. Ieri sono iniziati a Pechino i colloqui tra i rappresentanti dei due Paesi, che andranno avanti anche oggi.
In merito all’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha testimoniato l’ingresso in recessione tecnica per l’economia, dopo la flessione evidenziata da quello del terzo trimestre, portando la Commissione Europea a ridurre le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno.
La frenata del settore creditizio si è riflessa anche sui titoli dell’asset management, inclusa Anima (-2,6%), mentre Banca Generali, reduce dall’ottima seduta di mercoledì, riesce a contenere il ribasso all’1,4 per cento.
Giornata sottotono per Exor (-1,1%), mossasi in scia alla performance incolore delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap proseguono le prese di profitto su Banca Ifis (-5,5%), dopo l’exploit seguito ai conti. Altra giornata tonica per doBank (+1,1%), mentre tornano le vendite su Cerved (-0,2%).
Sullo Small Cap si interrompe il mini recupero di Banca Intermobiliare (-3%), con la banca che potrebbe prendere in considerazione di crescere anche per linee esterne. Prosegue il momento positivo di Banca Sistema (+0,1%).