Banca Sistema ha archiviato il 2018 con un margine di intermediazione pari a 91,1 milioni (+10,4% a/a), mentre l’utile netto si è attestato a 27,2 milioni (+1,4% a/a).
“Nel 2018 Banca Sistema ha continuato a crescere, rispettando pienamente le linee di sviluppo prefissate. Oggi presentiamo ai nostri azionisti una crescita sostanziale dei volumi sia nel factoring, core business tradizionale, che nella cessione del quinto. L’utile netto della banca è in crescita ed il ritorno sul capitale marcia a doppia cifra, 18,9 per cento. Mi fa inoltre piacere sottolineare che prosegue la crescita, in ottica di diversificazione, anche del credito su pegno”.
È con queste parole che Gianluca Garbi, Ceo di Banca Sistema, ha commentato i risultati del 2018.
Il margine di intermediazione nel 2018 è salito a 91,1 milioni (+10,4% a/a), supportato dall’andamento positivo di tutte le componenti core.
Il margine di interesse è salito a 74,6 milioni (+5,5% rispetto al periodo di confronto), grazie alla crescita degli impieghi sia del factoring che della cessione del quinto. Il contributo complessivo da interessi di mora azionati è pari a 28,4 milioni (26,8 milioni nel 2017). L’outstanding factoring a fine 2018 si attesta a 1.716 milioni (+20% a/a). L’aumento del giro d’affari portato in dote dai portafogli CQS/CQP è passato da 13,2 milioni a 19,6 milioni. Con riferimento al business della cessione del quinto, si segnala che il gruppo ha acquisito crediti per oltre 200 milioni, incrementando l’outstanding a 652 milioni a fine 2018 (+30% su base annua).
Le commissioni nette sono aumentate a 15,3 milioni (+43,2% rispetto al 2017), sostenute dalla crescita di quelle generate dal factoring.
I costi operativi sono cresciuti a 41,8 milioni (+9,8% annuo). Nel dettaglio, i costi per il personale sono saliti a 19,9 milioni (+12,9% a/a) per l’incremento del numero delle risorse. Gli altri costi sono invece aumentati a 21,9 milioni (+7,1% rispetto al 2017), in linea con la crescita del business.
Dopo rettifiche su crediti cresciute a 6,8 milioni (+27,3% a/a), il risultato netto di gestione si è fissato a 42,5 milioni (+8,7% rispetto al periodo di confronto).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 27,2 milioni (+1,4% rispetto al 2017), che ha scontato una perdita pro-quota per circa 354 mila euro riconducibile alla riclassificazione della partecipazione in Axactor Italy (pari al 10% del capitale) tra le attività in via di dismissione, a seguito della decisione di vendita nel 2019 della stessa.
Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre gli impieghi salgono a 3.091 milioni (+36,9% rispetto a fine 2017), spinti dall’incremento degli impieghi sul factoring e sulla cessione del quinto dello stipendio/pensione.
La raccolta aumenta a 2.899 milioni (+36,2% rispetto al 31 dicembre 2017), trainata dalla crescita di quella da clientela a 1.899 milioni (+47,8% rispetto a fine 2017).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 31 dicembre 2018 il Cet1 si attesta all’11% (11,9% al 31 dicembre 2017).