BB Biotech – Il know-how scientifico al servizio dell’investitore

BB Biotech si lascia alle spalle un 2018 complesso, anche per motivi di carattere geo-politico, ma si prepara ad affrontare un 2019 decisamente interessante in considerazione delle attese sulle approvazioni di nuovi prodotti che avverranno nei prossimi mesi e delle future opportunità d’investimento. Il tutto facendo leva su un ben collaudato processo di investimento e su un team dalle elevate competenze. 

BB Biotech supera brillantemente un 2018 difficile, appesantito dalle preoccupazioni legate ad alcuni fattori quali il rallentamento economico globale, le tensioni tra Usa e Cina, e la Brexit.

Tuttavia nello scorso anno, afferma il Dr. Daniel Koller, responsabile del team di gestione di BB Biotech, “sono stati riscontrati progressi fondamentali nel campo dello sviluppo di farmaci e in tutto il settore delle biotecnologie” e “si è assistito a numerose Ipo e a vari aumenti di capitale nell’arco di tutto l’anno”. 

Ora BB Biotech si appresta ad affrontare un 2019 promettente, nel quale si potrà continuare ad assistere a importanti progressi tecnologici, che nei prossimi anni porteranno a nuovi approcci terapeutici per la cura di numerose malattie finora non trattate in modo soddisfacente.

Da segnalare che l’esercizio in corso è iniziato con un’importante operazione di mercato, ovvero l’annuncio che Bristol-Myers Squibb acquisterà Celgene per circa 74 miliardi di dollari.

Il titolo BB Biotech, nonostante le turbolenze del mercato, è riuscito a contenere le perdite nello scorso anno e a sovraperformare l’indice settoriale di riferimento.

Un titolo con una presenza importante nel segmento Star, che si rivolge a tutti quegli investitori che desiderano avvicinarsi al settore delle biotecnologie ma non hanno le competenze necessarie.

Un settore difficile da interpretare, che richiede un know – how scientifico.

Daniel Koller, responsabile del team di gestione di BB Biotech, illustra le priorità strategiche 

Daniel Koller, responsabile del team di gestione di BB Biotech

“Continuare sulla scia degli adeguamenti al portafoglio effettuati nel quarto trimestre; puntare sulle nuove tecnologie; ridurre le posizioni in società a grande capitalizzazione”.

Sono queste le priorità strategiche che caratterizzano le scelte di BB Biotech sottolineate da Daniel Koller, responsabile del team di gestione della holding di Sciaffusa.

Il tutto dopo un 2018 “piuttosto difficile nel quale però crediamo di esserci destreggiati abilmente”, afferma Koller, “confermando inoltre l’obiettivo di un rendimento del +15% per i nostri azionisti anche nel 2019 e la distribuzione di un dividendo di Chf 3,05 per azione”.

Pertanto in tale ottica “l’asset allocation si concentrerà non solo su ambiti già consolidati come oncologia, malattie orfane e indicazioni neurologiche, ma anche su tecnologie emergenti in rapida affermazione, in grado di offrire innovative modalità farmacologiche che promettono il miglior profilo terapeutico a fronte di un congruo valore economico”.

I passi di un processo di investimento vincente

Il processo di investimento della holding di Sciaffusa è composto da quattro fasi fondamentali.

La prima tappa è caratterizzata dalla ricerca da parte del team di ambiti terapeutici, nei quali sono stati conseguiti progressi significativi e sviluppate tecnologie particolarmente promettenti.

La seconda fase è costituita dalla due diligence, nella quale il focus viene spostato dai temi d’investimento alle singole aziende e ai relativi prodotti, dedicando una particolare attenzione anche ai vantaggi potenziali offerti da un farmaco ai pazienti nonché  al suo impatto sotto il profilo dell’economia sanitaria.

Nella terza fase l’analista sviluppa un piano d’investimento dettagliato, che sarà poi presentato al Cda e, in caso di parere favorevole, i gestori di portafoglio provvederanno a costituirne la posizione.

Il portafoglio target è costituito da 20-35 posizioni, differenziato sotto il profilo delle tipologie di società, patologie trattate, capitalizzazione e punta a raggiungere un obiettivo di rendimento medio annuo del 15%  su un orizzonte temporale di medio-lungo termine.

L’ultima, ma non meno importante fase del processo d’investimento, è costituita dal monitoraggio e dalla gestione del rischio con cui la holding elvetica controlla in dettaglio gli sviluppi dei principi attivi candidati all’approvazione, nonché  i nuovi dati clinici presentati dalle aziende in questione. Il tutto verificando sempre la validità delle ragioni che hanno portato all’investimento.

Il settore biotech si conferma dinamico e attrattivo

La transazione annunciata a inizio dell’anno che vede Bristol-Myers Squibb acquisire Celgene, riporta Koller, “conferma che ci muoviamo in un contesto dinamico e che il settore rimane attrattivo anche a livello di valutazioni”.

E prosegue “BB Biotech accoglie con favore queste dinamiche, in quanto attestano l’effervescenza del ciclo d’investimento nel comparto delle biotecnologie, oltre all’esigenza di mantenere un approccio diligente e concentrato sulla creazione di valore anche in chiave futura”.

“Soprattutto, i fattori di crescita per l’industria biotech e per le società del portafoglio altamente selettivo di BB Biotech appaiono più che mai convincenti, alla luce ad esempio delle attese per i prossimi mesi di approvazioni di nuovi prodotti e degli interessanti flussi di notizie provenienti dalle società in portafoglio”.

Il deal Bristol Myers – Celgene   

Alcune delle società nel portafoglio di BB Biotech sono state interessate da importanti operazioni di M&A, l’ultima delle quali ha riguardato Celgene, realtà che a fine 2018 rappresentava il 4,7% delle partecipazioni in portafoglio della holding svizzera.

All’inizio di quest’anno la società biofarmaceutica americana ha infatti raggiunto un accordo definitivo con Bristol-Myers Squibb, in base al quale verrà acquisita da quest’ultima.

Si tratta di un’operazione avente un controvalore di circa 74 miliardi di dollari, in contanti e scambio di azioni.

Nello specifico gli azionisti Celgene riceveranno 1 azione Bristol-Myers Squibb e 50 dollari cash per ogni azione Celgene.

Gli azionisti di quest’ultima riceveranno, in aggiunta, un Contingent Value Right per ciascuna azione Celgene tra 0 e 9 dollari, che darà diritto al possessore di ottenere un pagamento al raggiungimento di alcuni obiettivi.

Pertanto, in considerazione di tutto ciò, l’offerta complessiva per ciascun titolo Celgene è superiore ai 100 dollari, ben al di sopra rispetto all’attuale quotazione a 89 dollari.

E al riguardo Koller sottolinea che “come già annunciato nel terzo trimestre, BB Biotech intende uscire dalle grandi società e dalle posizioni mature, tra cui quelle in Gilead e nella stessa Celgene. Posizione quest’ultima, avviata nel 2004 e che ora potrà essere chiusa con successo con un importante upside”.

Le politiche sanitarie negli Usa    

Fino ad ora l’impatto delle politiche sanitarie dell’amministrazione Trump, riporta Koller, “è stato abbastanza ridotto  sulle società che deteniamo in portafoglio e che sono esposte agli Stati Uniti. Tuttavia si rileva  che il rialzo dei prezzi dei farmaci sta registrando un rallentamento”.

Al riguardo Alex Azar, segretario della Health and Human Services, intende porre fine al circolo vizioso che si viene a delineare con le società farmaceutiche che aumentano i prezzi dei prodotti già sul mercato, mentre le assicurazioni, che coprono tali costi, chiedono sconti sempre maggiori al fine di poter incrementare i propri profitti. Tutto ciò senza che si traduca di fatto in vantaggi per i clienti assicurati”.

Un circolo vizioso che potrebbe essere interrotto con una legge nel gennaio del 2020 con benefici anche in termini di maggiore trasparenza.

“Il governo Usa”, prosegue Koller, “ deve inoltre controllare che avvenga la generalizzazione dei prodotti più vecchi, evitando quindi che questi rimangano senza concorrenti e che continuino a evidenziare prezzi elevati, con la possibilità di dare più spazio ai prodotti nuovi”.

I risultati dell’esercizio 2018 

La holding svizzera ha archiviato l’esercizio 2018 con una perdita netta di Chf 471 milioni, contro un utile netto di Chf 688 milioni del 2017,  mentre il Nav ha registrato un ribasso del 14,5% in Chf, dell’11,1% in euro e del 15% in dollari.

Il tutto in un contesto piuttosto difficile, riporta Koller, “nel quale crediamo comunque di esserci destreggiati abilmente”.

E prosegue: “nel corso del 2018 BB Biotech ha realizzato guadagni significativi dalla chiusura delle posizioni in tre società in portafoglio, sebbene queste operazioni coronate da pieno successo non siano state in grado di compensare integralmente le battute di arresto in alcune delle principali posizioni di portafoglio e gli effetti della debolezza dei mercati azionari nell’arco dell’anno”.

“La pesante flessione delle borse globali a dicembre ha infatti neutralizzato i guadagni da inizio anno di BB Biotech, con una perdita”.

“Nel 2018 tutti i principali indici mondiali hanno subito un calo a causa dei timori legati ad alcune questioni quali il rallentamento economico globale, le tensioni tra Usa e Cina, e la Brexit”.

Inoltre, prosegue Koller, “sono stati riscontrati progressi fondamentali nel campo dello sviluppo di farmaci e in tutto il settore delle biotecnologie, con la FDA statunitense che ha approvato nel quarto trimestre 18 nuovi medicinali, portando il numero totale delle omologazioni a un record di 59 per l’intero anno”.

E conclude “si è assistito anche a numerose Ipo e a vari aumenti di capitale nell’arco di tutto l’anno. Operazioni che, nella maggior parte dei casi, si sono concluse con successo in quanto i progressi sul versante dei fondamentali compiuti dalle nuove tecnologie così come le esigenze di mercato sottostanti rimangono interessanti e promettenti”.  

La leva finanziaria di BB Biotech

“A fine anno abbiamo dichiarato un 6% circa di leva. Nel primo trimestre paghiamo una cedola di Chf 3,05 per complessivi Chf 160-170 milioni”, sottolinea Koller.

E prosegue “il rendimento del dividendo del 5% si traduce in una equivalente crescita della leva, permettendoci comunque di rimanere entro il nostro limite del 15%.”

“Si tratta di una politica di dividendi che si conferma pienamente sostenibile e nel lungo termine le cedole sono pagate tramite i capital gains del portafoglio”.

La vendita della partecipazione in Celgene, aggiunge Koller, “determinerà inoltre una generazione di cassa nel terzo trimestre o anche prima, nel caso di cessione anticipata rispetto alla conclusione dell’acquisizione della società americana da parte di Bristol – Myers”.

“Ad oggi quando si rileva un 6% di leva a inizio anno e si considera la partecipazione in Celgene come cash position,  con un  5% di leva per il dividendo, la flessibilità nella crescita della leva stessa è di quasi il 10%”.

E conclude sull’argomento “in generale BB Biotech intende comunque rimanere ampiamente nel limite del 15% di leva, con la possibilità di beneficiare di una certa flessibilità, di realizzare nuovi investimenti e di pagare il dividendo, senza la necessità di vendere partecipazioni che deteniamo in portafoglio”. 

Lo scenario dei prossimi mesi

“Riteniamo che nel 2019 si continuerà ad assistere a importanti progressi tecnologici, che nei prossimi anni porteranno a nuovi approcci terapeutici per la cura di numerose malattie finora non trattate in modo soddisfacente”, riporta Koller.

E aggiunge “l’asset allocation di BB Biotech si concentrerà non solo su ambiti già consolidati, quali  oncologia, malattie orfane e indicazioni neurologiche, ma anche su tecnologie emergenti che promettono il miglior profilo terapeutico a fronte di un adeguato valore economico”.

“A livello di settore biotech nel suo complesso, il management si attende che prosegua il dibattito sulla definizione del valore e sui cambiamenti strutturali nel sistema sanitario statunitense”.

“Controversie che hanno pesato sulle prospettive sia delle società biotech più grandi e redditizie, sia delle case farmaceutiche”.

“Il calo delle valutazioni nel corso del 2018 potrebbe costringere le società di piccola e media capitalizzazione, che necessitano di ulteriori finanziamenti, a considerare con maggiore interesse soluzioni di fusione e acquisti”.

“Infine prevediamo che il 2019 sarà un altro anno record per le approvazioni di prodotti, mantenendo il focus sugli interessanti flussi di notizie provenienti dalle società in portafoglio, e ritiene che la crescita a medio e lungo termine nel comparto biotech continuerà ad apportare eccellenti opportunità d’investimento”.

E conclude: “anche per il 2019 BB Biotech si ripropone di raggiungere un rendimento del +15% per i propri azionisti, confermando inoltre la distribuzione di un dividendo di Chf 3,05 per azione”.

Analisti

Oddo Seydler mantiene sia il neutral sia il target price a 63 euro. La holding svizzera ha operato in un contesto di debolezza del mercato che ha impattato anche sullo stesso settore biotech.

Pareto Securities ha avviato la copertura su BB Biotech con giudizio buy e target price a 73,45 euro. L’analista ritiene che la holding svizzera sia un “grande veicolo per gli investitori che intendono mantenere un’esposizione verso il settore biotech”, sottolineandone la correttezza della scelta di selezionare società leader nell’innovazione e l’efficacia delle strategie.

Baader Helvea ripropone il giudizio hold e lima il prezzo obiettivo a 62,47 euro dal precedente 62,73 euro. L’analista ricorda che BB Biotech sta portando avanti un riposizionamento all’interno portafoglio che prevede una riduzione dell’esposizione verso le large cap, che stanno raggiungendo uno stadio di maturità caratterizzato da minori tassi di crescita.

Cantor Fitzgerald sottolinea che “BB Biotech ha un track record di lungo corso negli investimenti nel settore biotech e ha sovraperformato l’indice di confronto negli ultimi 10 anni. Inoltre il management continua a individuare numerose opportunità di crescita ed è ottimista circa le future approvazioni di farmaci.

Borsa – Il titolo sconta la volatilità del settore

Le azioni BB Biotech hanno chiuso la seduta di venerdì con un rialzo dello 0,7% a 61,3 euro.

Il titolo è in grado di attrarre l’attenzione degli operatori, alla luce non solo delle interessanti prospettive offerte dal settore biotech, ma anche dell’efficacia che da sempre caratterizza il processo di investimento portato avanti dalla holding svizzera.

Nel quarto trimestre le azioni Bb Biotech hanno segnato un ribasso del 18,8% in Chf e del 17,2% in euro sovraperformando comunque il benchmark di riferimento Nasdaq Biotech Index (-20%). Un periodo decisamente difficile e volatile per i mercati azionari e per il settore delle biotecnologie.

Un andamento che ha scontato le preoccupazioni di un rallentamento economico globale, dello scontro commerciale tra Usa e Cina nonché delle incertezze di un inasprimento della politica fiscale statunitense. A livello europeo hanno pesato anche i timori legati alla Brexit e alla questione dei budget governativi.

Nell’intero 2018 il rendimento totale delle azioni della società è stato negativo per il 5,2% in Chf e per il 2,2% in euro, superando suddetto benchmark che, nello stesso periodo, ha lasciato sul terreno oltre il 9 per cento.