Ubi – Massiah: un’ulteriore concentrazione ci sarà e noi non staremo a guardare

“Un’ulteriore concentrazione ci sarà e noi non staremo a guardare. La premessa però è che siano operazioni non per curare le ferite ma per curare un soggetto più forte. Ne consegue che la creazione di valore deve essere rilevante e la governance chiara, perché se manca la chiarezza le difficoltà e i rischi di fallimento aumentano a dismisura”.

È quanto ha ribadito in un’intervista ad Affari&Finanza di la Repubblica Victor Massiah, consigliere delegato di Ubi.

Il manager ha fatto poi presente che si deve “crescere per aumentare le economie di scala e identificare settori snelli e redditizi nei quali investire, come abbiamo iniziato a fare con l’asset management in Cina, dove gestiamo 40 miliardi”.

Parlando a proposito delle tre banche acquisite nel 2017 e con il 2018 che ha rappresentato il primo dell’entrata a pieno regime delle stesse nel bilancio di gruppo, Massiah ha dichiarato: “Abbiamo acquisito le tre banche dal Fondo di Risoluzione e tutta l’operazione è stata fatta senza un euro di contributo pubblico. In nove mesi  le abbiamo integrate completamente e questo ha fatto sì che le economie di scale siano state veloci e significative”.

In riferimento alle strategie della banca, il consigliere delegato nell’intervista ha sottolineato: “Stiamo cambiando il focus. Gli sportelli diminuiranno ancora. Il lavoro da fare è la semplificazione dei processi interni. E dobbiamo imparare a usare i big data”.

Massiah ha fatto presente che molto probabilmente i tassi di interesse rimarranno ai livelli attuali per tutto il 2019 e forse anche oltre, in un contesto economico caratterizzato da un’inflazione molto bassa, tassi negativi e crescita modesta.

Proprio alla luce di questo mutato contesto economico, il manager ha dichiarato che per questa ragione verrà proposto al prossimo cda di scrivere un nuovo piano industriale che tenga conto di questo, mentre per il 2019 Massiah prevede risultati comunque in crescita.

A circa un quarto d’ora dall’inizio delle contrattazioni a Piazza Affari, il titolo sale dell’1,7% a 2,34 euro, mentre l’indice di settore guadagna l’1,4 per cento.