Banca Mediolanum – Tiene il margine di intermediazione nel 2018

Banca Mediolanum ha archiviato il 2018 con un margine di intermediazione sostanzialmente stabile a 1.080,9 milioni, al cui interno le commissioni nette sono scese a 788,3 milioni (-3,7% a/a) per il minore contributo di quelle di performance. Il periodo si è chiuso con un utile netto in calo a 255,7 milioni (-32,7% rispetto al 2017), scontando un onere non ricorrente di 102,5 milioni.

Il 2018 di Banca Mediolanum ha mostrato una buona tenuta del margine di intermediazione del giro d’affari, al cui interno però le commissione nette hanno riportato un lieve calo risentendo della diminuzione delle performance fee, a loro volta penalizzate dal difficile contesto di mercato che ha penalizzato l’anno.

Sempre all’interno delle commissioni nette, la componente ricorrente ha mostrato invece una crescita. Positivo anche il contributo del margine d’interesse.

L’utile netto è stato influenzato dai costi straordinari legati alla chiusura della controversia fiscale relativa alla controllata Mediolanum International Funds Limited per gli anni 2010-2018 (comunicata in data 19 dicembre 2018).

Il margine di intermediazione si è attestato a 1.080,9 milioni (+0,6% rispetto all’anno precedente).

Il margine di interesse è salito a 192,3 milioni (+7,8% a/a), grazie alla crescita degli impieghi e all’attenta gestione del costo della raccolta.

Le commissioni nette sono calate a 788,3 milioni (-3,7% rispetto al 2017), risentendo del minore contributo delle commissioni di performance, scese da 213,5 milioni a 140,4 milioni a causa della forte correzione registrata dai mercati. Le commissione di gestione, invece, sono cresciute da 976,1 milioni a 998,4 milioni, grazie alla raccolta positiva che ha compensato il deprezzamento delle masse dovuto al calo dei mercati.

Positivo il contributo dei profitti da trading, saliti dai 14,1 milioni del 2017 a 25,4 milioni, nonostante il difficile contesto di mercato che ha contraddistinto il periodo, e degli altri ricavi (+17,2% a/a a 74,9 milioni).

I costi operativi sono aumentati a 586,6 milioni (+4,7% rispetto al periodo di confronto), in relazione allo sviluppo infrastrutturale e tecnologico, allo sviluppo sui mercati esteri e alle nuove iniziative di business.

Tali dinamiche hanno portato a un risultato lordo di gestione pari a 494,4 milioni (-4% rispetto al 2017).

Dopo rettifiche su crediti scese a 10,8 milioni (-6,4% a/a), il risultato netto di gestione si è fissato a 483,6 milioni (-3,9% rispetto all’anno precedente).

Il periodo si è chiuso con un utile netto di 255,7 milioni (-32,7% rispetto al 2017), a causa di un onere one off  di 102,5 milioni legato alla chiusura della controversia fiscale relativa alla controllata Mediolanum International Funds Limited per gli anni 2010-2018.

Dal lato patrimoniale, al 31 dicembre gli impieghi salgono a 45,6 miliardi (+10,1% rispetto a fine 2017), supportati soprattutto dall’incremento dei crediti verso clientela a 21,5 miliardi (+129,7% rispetto al 31 dicembre 2017).

In aumento anche la raccolta a 29,6 miliardi (+19,6% rispetto a fine 2017), al cui interno quella da clientela si attesta a 23,2 miliardi (+23,9% rispetto al 31 dicembre 2017).

Sul fronte della solidità patrimoniale, al 31 dicembre il Cet1 è pari al 19,2%, confermandosi uno dei più alti tra i gruppi bancari italiani ed europei.