Nella serata di ieri il Comune di Torino, a maggioranza grillina, ha approvato la delibera sul rinnovo dei patti parasociali di Iren, che dà maggiori poteri a Genova nella designazione dei vertici e libera una partecipazione del 5% della multiutility da cedere sul mercato, facendo scendere la quota degli enti locali riunita nel patto dal 40% al 35% del capitale.
E’ quanto si legge oggi su Reuters.
Il capoluogo piemontese infatti è stato l’ultimo, fra gli oltre 80 comuni che controllano la multiutility, ad esprimersi in merito al rinnovo dei patti.
L’opposizione PD ha espresso la propria contrarietà presentando oltre 700 emendamenti alla delibera. Tra i motivi alla base infatti il timore di ulteriori vendite di azioni da parte del Comune di Torino, con una conseguente perdita di peso nei confronti del Comune di Genova, primo azionista di Iren con il 18,85% del capitale.
Subito è giunta la rassicurazione del sindaco torinese. “Questa delibera non implica la vendita delle azioni e speriamo di non arrivare ad attingere alla vendita di azioni, ma lavoreremo su altre partecipate per reperire risorse”, ha sostenuto Chiara Appendino, la quale ha poi aggiunto “faremo il possibile per non vendere, abbiamo avviato più strade, e comunque servirà un’altra delibera di consiglio per cedere le azioni”.
Si ricorda che nelle prossime settimane sarà convocata un’assemblea straordinaria di Iren per il cambio di statuto cui farà seguito la decisione sul rinnovo dei vertici della multitutility in scadenza in primavera.
In caso di mancata unanimità da parte dei sindaci dei tre principali comuni azionisti (Reggio Emilia, Torino e Genova) nella scelta delle tre cariche di vertice di Iren, il socio con più azioni può decidere di nominare una delle tre cariche, ma al contempo non può più vendere azioni sul mercato per un anno dalla stipula dei patti.