Reazione composta delle banche a Piazza Affari rispetto ai diversi temi che toccano il settore. Dopo il rialzo dello spread di ieri, e che anche oggi si mantiene in area 270 punti, come conseguenza dei dati sul rallentamento economico, oggi c’è stata la notizia di un sequestro preventivo nell’ambito dell’inchiesta sulle vendite dei diamanti come risparmio che ha riguardato anche i maggiori istituti.
A ciò si aggiunge un report di Equita, riportato da il Sole24ore e da Mf, dal sibillino titolo “Hit but not sunk” riferito agli impatti negativi, ma tutto sommato gestibili, delle nuove disposizioni che riguardano il settore.
Attorno alle 10:10 l’indice del settore Ftse Italia banche evidenzia un calo dell’1,1 per cento.
Per quanto riguarda la vicenda delle vendite dei diamanti come prodotto dove investire in modo sicuro i risparmi, secondo quanto riporta la stampa, la Guardia di Finanza di Milano ha eseguito un sequestro preventivo di oltre 700 milioni presso banche e società coinvolte, nell’ambito di un’inchiesta inerente le vendita delle pietre tramite sportelli bancari avvenuta tra il 2012 e il 2016.
Gli istituti coinvolti sono Banco Bpm e la controllata Banca Aletti (su cui è stato disposto un sequestro preventivo di 83,8 milioni), Mps (35,5 milioni), UniCredit (32 milioni) e Intesa Sanpaolo (11 milioni).
Per quanto riguarda il report di Equita, la sim milanese analizza luci e ombre delle nuove novità della Bce (Srep, Addendum e possibile nuova operazione di Tltro).
Nello specifico, Equita rileva che, anche se gli istituti potranno non avere eccessivi impatti sul capitale dalla richiesta della Bce di accelerare gli accantonamenti sui crediti deteriorati fino ad arrivare a una copertura del 100% nel giro di alcuni anni, questo provvedimento determinerà una stretta creditizia che colpirà le imprese italiane e di conseguenza anche i ricavi delle banche.
Nel dettaglio, secondo quanto riportato dalla stampa sul report Equita, il calendar provisioning potrebbe portare a una stretta sui crediti del 15% rispetto ad oggi, con un calo complessivo dei finanziamenti stimato attorno ai 185 miliardi.
Tuttavia, la robustezza patrimoniale degli istituti tricolore, certificata anche dalle recenti raccomandazioni Srep, è tale che non dovranno ricorrere a nuovi aumenti di capitale.
Lo studio analizza anche le problematiche relative al funding, considerando che nel 2020 dovranno essere rimborsati una gran parte dei finanziamenti Tltro. La rimodulazione del passivo, da effettuare anche in ottica Mrel, sarà resa più complessa dalla difficoltà di effettuare nuove emissioni con l’attuale livello dello spread e i rifinanziamenti sul mercato potrebbero comportare maggiori costi per le banche.
Per la sim le ripercussioni sulle quotazioni dei titoli non dovrebbero essere significative, dato che i prezzi attuali già incorporano buona parte dei rischi potenziali.