Mps – Allo studio la riorganizzazione della rete distributiva

Mps vara una riorganizzazione del modello distributivo per raggiungere una maggiore produttività attraverso un differente approccio alla clientela e una nuova impostazione della rete di sportelli. L’obiettivo del piano è arrivare ad un incremento dei ricavi, che nel 2018 hanno registrato un calo del 18,3% su base annua a 3.288 milioni.

Dopo la fase di de-risking che, grazie alle cessioni effettuate e alla conseguente riduzione delle rettifiche su crediti, ha permesso alla banca di riportare i conti in utile, ora inizia la fase finalizzata al recupero della redditività, un proposito a cui l’istituto è stato anche richiamato dalla Bce.

Le linee guida del progetto di revisione della rete, denominato Pegaso, sono quindi incentrate sulla ricerca di una maggiore efficienza e prevedono una semplificazione organizzativa. In particolare, secondo indiscrezioni di stampa, verrebbe uniformato il modello distributivo per quanto riguarda sia la clientela al dettaglio, sia l’area corporate e pubblica amministrazione.

Dai sei “format” presenti oggi sul territorio si passerebbe a un unico modello che verrebbe adottato dalla rete senza differenze tra Nord a Sud, riducendo la complessità operativa.

Il progetto vedrebbe il superamento del modello “hub & spoke”, che prevede una filiale madre (hub) dove l’operatività è completa e a 360 gradi, a cui ruotano attorno filiali satellite (spoke) a servizio ridotto.

Nella nuova organizzazione, all’interno delle 1.800 filiali ne verranno selezionate 61 chiamate “Paschi Valore Top” più importanti in termini di ricavi, di prodotto bancario lordo, per organico complessivo della filiale e per popolazione del Comune e rilevanza storica.

Da 38 direzioni territoriali si passerebbe a 48 per avere un maggiore controllo degli sportelli sottostanti e del territorio. Verranno introdotte alcune figure nuove come quella del “district manager”, con il compito di monitorare una decina di filiali all’interno delle direzioni territoriali.

Verrà inoltre effettuata una razionalizzazione dei centri Pmi e soprattutto dei centri enti, che passeranno da 54 a 14. L’implementazione del progetto – per cui è stata aperta una procedura sindacale – sarà supportata da un piano gestionale dedicato a garantire programmi formativi, percorsi di riqualificazione e ad accompagnare l’ingresso delle figure nei nuovi ruoli.

Ad oggi non sono previsti nuovi tagli di personale al netto dell’accordo già siglato il 31 dicembre 2018, secondo cui usciranno 750 persone nella modalità dell’esodo su base volontaria. Entro la fine del 2019 la banca deve poi chiudere 150 filiali, come previsto dal piano di ristrutturazione.