Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un calo dell’1,1% e sotto-performando di oltre un punto percentuale l’analogo europeo (in parità), risentendo della seduta negativa del comparto bancario (-1,6%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,5%).
Sullo sfondo rimangono i timori legati alla frenata della crescita globale, anche in scia a qualche perplessità sulla possibilità che alla fine Stati Uniti e Cina possano effettivamente giungere ad un’intesa sul fronte commerciale al termine della tregua stabilita per inizio marzo, anche se l’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, si è detto fiducioso sulla faccenda, e potrebbe posticipare la deadline (di 60 giorni secondo indiscrezioni) della tregua nel caso si raggiungesse un compromesso.
I due Paesi hanno fatto comunicato di avere raggiunto dei progressi, con i colloqui stanno andando questa settimana a Washington ed è plausibile che si giunga a una bozza di accordo sui temi più rilevanti.
In merito all’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha testimoniato l’ingresso in recessione tecnica per l’economia, dopo la flessione evidenziata da quello del terzo trimestre, portando la Commissione Europea a ridurre le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno. Anche gli ultimi dati macro, fatturato e ordini dell’industria, hanno ribadito questo andamento.
La Commissione Europea, invece, secondo rumor di stampa nel Country Report che sarà pubblicato mercoledì prossimo ha fatto presente che nella manovra economica non ci sono misure che possano avere un effetto positivo sulla crescita di lungo termine.
“Il Governo rimane fiducioso nelle proprie stime di crescita, perché valutiamo che il secondo semestre del 2019 sarà accompagnato da un allentamento delle tensioni commerciali e da condizioni più favorevoli alla crescita. Nonostante lo shock esterno che ha interessato anche il nostro Paese nella seconda metà dello scorso anno, i nostri fondamentali economici restano solidi”, ha ribadito il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.
La nuova seduta in rosso del settore creditizio ha impattato in parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali resistono nettamente alle vendite Azimut (+0,7%) e Banca Mediolanum (+1,3%).
Tornano le vendite su Exor (-2,1%), mossasi in scia all’andamento contrastato delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap ancora realizzi su Banca Ifis (-4,4%), il cui presidente Sebastien Egon von Fürstenberg in un’intervista ha fatto presente che la banca non è in vendita, mentre gli acquisti premiano ancora doBank (+0,8%). Altro recupero per Cerved (+0,9%).
Sullo Small Cap ritraccia Banca Intermobiliare (-2,7%) dopo la rimonta degli ultimi giorni, con la banca che potrebbe prendere in considerazione di crescere anche per linee esterne, mentre resta a galla Banca Sistema (invariata).