Utility – Settore a +0,4%, ben comprata Terna (+1,1%)

Ieri il Ftse Italia Servizi Pubblici ha chiuso in rialzo dello 0,4%, sovraperformando sia l’indice europeo EURO STOXX 600 Utilities (+0,1%), sia il Ftse Mib (-0,5%).

Dalle minute della Bce è emerso che i membri del board stanno valutando un programma di prestiti a basso costo alle banche per garantire crediti, nonostante il rallentamento dell’economia.

In chiaroscuro i dati macro diffusi in mattinata, che hanno evidenziato una frenata dell’attività manifatturiera dell’Eurozona a febbraio, compensato da un miglioramento del terziario.

Sotto le attese gli ordini di beni durevoli e l’indice Pmi manifatturiero statunitensi.

Segnali positivi sul fronte delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina, con i negoziatori al lavoro su una serie di memorandum of understanding che dovrebbero costituire la base per un accordo definitivo.

La Fed non ha escluso del tutto l’ipotesi di nuovi rialzi dei tassi, pur valutando di terminare quest’anno il piano di riduzione del bilancio.

Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund si attesta a 270 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,83 per cento.

Tra le Big, acquisti su Terna (+1,1%) che sta già realizzando una linea in Uruguay, e un’altra di 130 chilometri in Perù, prendendo a modello la nuova linea elettrica ad alta tensione nello Stato del Rio Grande do Sul, un progetto di 158 km.

Segue A2A (+0,7%), il cui presidente, Giovanni Valotti, a margine di un convegno, ha sottolineato che la società guarda con attenzione al dossier Ascopiave, “sempre applicando la nostra logica che non è di andare in un territorio e acquisire aziende, ma cercare possibilmente in quel territorio di fare partnership con attori locali”.

Snam (+0,6%) ha ricevuto richieste record per il bond da 6,5 anni, ‘no grow’, di importo da 500 milioni, con scadenza 28 agosto 2025, lanciato ieri mattina. La società infatti avrebbe raccolto una domanda pari a sei volte l’offerta.

Italgas, in attesa dei risultati del 4° trimestre 2018, ha chiuso poco sopra la parità (+0,1%). A livello di risultati operativi, l’Ebitda di gruppo è stimato dagli analisti a 201 milioni, in calo dell’1,1% su base annua soprattutto per l’aumento dei costi del 9,7 per cento. I broker si attendono un indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2018 pari a 3,93 miliardi, in aumento del 5,3% rispetto al dato di fine settembre 2018.

Tra le Mid, in testa Erg che ha guadagnato il 2 per cento.

Segue Hera (+1%) che ha ottenuto il primo posto nella categoria “Comunicazione” della settima edizione del premio Top Utility, che ogni anno analizza e valorizza l’evoluzione e le performance delle cento maggiori utility italiane.

Ascopiave ha chiuso in rialzo dello 0,9 per cento. Il Cda ha approvato, dopo la delibera dello scorso 15 ottobre, l’avvio della prima fase del percorso volto a valorizzare le proprie attività nel settore della vendita del gas e dell’energia elettrica in cui raccoglierà manifestazioni di interesse e offerte non vincolanti che verranno presentate

Tra le Small, Acsm-Agam (-1,1%) ha pubblicato i risultati preliminari relativi allo scorso esercizio. A livello di risultati operativi, l’Ebitda consolidato, prima delle partite non ricorrenti, è risultato pari a 49,9 milioni (rispetto ai 39,1 milioni del 2017). L’indebitamento finanziario netto si è espresso in 72,8 milioni (rispetto ai 96,3 milioni al 31 dicembre 2017).