Oggi il Cda della società guidata da Stefano Neri ha approvato il piano di risanamento e rilancio 2018 – 2022 e la relativa manovra finanziaria, aggiornato rispetto alla predente versione approvata lo scorso 25 ottobre.
Un piano, finalizzato a ripristinare l’equilibrio finanziario e patrimoniale di TerniEnergia nel lungo periodo, che prevede tra l’altro la dismissione degli asset fotovoltaici nonché di quelli relativi alla business unit Clean Tech.
Nel dettaglio, entro la fine del 2019, è prevista la cessione di impianti fotovoltaici, posseduti direttamente ed indirettamente, di impianti di trattamento di pneumatici fuori uso e del biodigestore di Nera Montoro. Inoltre, entro il 2020, il gruppo intende vendere un impianto di depurazione di rifiuti liquidi e 3 impianti fotovoltaici residui.
Dismissioni che nel loro complesso apporteranno un beneficio finanziario di circa 115,8 milioni, di cui circa 39,8 milioni di equity value e circa 76 milioni di riduzione dell’esposizione finanziaria di gruppo per effetto dell’accollo di parte dell’indebitamento da parte degli acquirenti degli asset.
Altro punto cardine del piano è rappresentato dalla conclusione del processo di razionalizzazione societaria attraverso la fusione per incorporazione di Softeco Sismat in TerniEnergia, da realizzare a fine 2019. Tale operazione consentirà alla società umbra di completare il processo di turnaround industriale con l’ingresso nel settore hi -tech e digital, grazie al nuovo mercato della “Digital Energy” e all’applicazione del paradigma della “Digital
Transformation”.
Il terzo pilastro del piano è costituito da una manovra finanziaria che oltre a prevedere interventi di rimodulazione e riscadenziamento del debito, si fonda su un principio di ripartizione “pari passu”, tra istituti finanziari e obbligazionisti, dei proventi derivanti dalla dismissione degli asset sopra menzionati nel corso del biennio 2019-2020.
E’ prevista l’applicazione di una manovra a “saldo e stralcio” al 2020 per quegli istituti
che hanno manifestato interesse per tale soluzione grazie all’utilizzo degli ultimi proventi derivanti dalle dismissioni ipotizzate in quell’esercizio.
Infine, a partire dal 2020 TerniEnergia si attende di rimborsare integralmente il debito residuo, per obbligazionisti e banche non aderenti al “saldo e stralcio”, tramite flussi derivanti dalla continuità del business con l’obiettivo di completamento del percorso di rimborso entro il 2026.