Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un progresso dell’1,2% e allineato all’analogo europeo (+0,9%), beneficiando della nuova seduta tonica del comparto bancario (+2,1%) e uniformandosi al Ftse Mib (+0,8%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche se per ora sembrano ridimensionarsi con l’avvicinarsi dell’eventualità che Stati Uniti e Cina possano effettivamente raggiungere un’intesa sulla tematica commerciale.
L’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, ha deciso di spostare a una data non ancora definita la scadenza entro cui far partire le nuove tariffe dal 2 marzo inizialmente fissato, visti i passi avanti compiuti nei colloqui svoltisi a Washington nella scorsa ottava.
In merito all’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha testimoniato l’ingresso in recessione tecnica per l’economia, dopo la flessione evidenziata da quello del terzo trimestre, portando la Commissione Europea a ridurre le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno. Anche gli ultimi dati macro, fatturato e ordini dell’industria, hanno ribadito questo andamento.
L’agenzia americana Fitch ha lo stesso preso la decisione di mantenere il rating ‘BBB’, confermando l’outlook negativo.
Tuttavia, come largamente era previsto, la Commissione Europea nel Country Report relativo al Paese italiano ha sottolineato che “il rapporto debito/Pil non è atteso scendere nei prossimi anni dato che la prospettiva macroeconomica e i programmi di bilancio del Governo, anche se meno espansivi di quanto previsto inizialmente, comporteranno un deterioramento del surplus primario”.
“Siamo preoccupati perché il debito italiano non cala dati i programmi di bilancio e lo stallo delle riforme. Resteremo vigili seguendo da vicino gli sviluppi in Italia”, ha dichiarato il vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis.
Secondo gli ultimi rumor di stampa, l’organismo comunitario non avvierà una procedura d’infrazione contro l’Italia ma potrebbe chiedere una manovra correttiva dopo le elezioni europee di maggio se i conti pubblici presenteranno una consistente deviazione dai target europei.
La giornata ben intonata del settore creditizio si è riflessa anche sui titoli dell’asset management, tra i quali mettono il turbo Fineco (+5,8%) e Azimut (+4%).
Ancora vendite su Exor (-0,4%), mossasi in scia all’andamento contrastato delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap rimbalza prepotentemente Banca Ifis (+7,5%), mentre si interrompono i realizzi su doBank (+0,8%). In luce Cerved (+2,9%), nel cui capitale MutuiOnline si è portato appena sopra il 3 per cento.
Sullo Small Cap frena nuovamente Banca Intermobiliare (-0,3%) dopo le prese di profitto delle ultime sedute, con la banca che potrebbe prendere in considerazione di crescere anche per linee esterne. Prosegue il momento positivo di Banca Sistema (+1,1%).