Nel 2018 il fatturato di Coca Cola è stato di 31,9 miliardi di dollari, in diminuzione del 10,0% rispetto ai 35,4 miliardi del 2017 a causa delle dismissioni nell’ambito del Bottling Investments che provocano un calo dei ricavi della business unit dai 10,5 miliardi del 2017 ai 3,8 miliardi dell’esercizio scorso.
Meglio hanno fatto le altre divisioni, con il Nord America che cresce del 9,5% a 11,8 miliardi (36,9% del totale), l’Emea del 4,4% a 7,7 miliardi (24,2% del totale) e l’Asia Pacific dello 0,4% a 5,2 miliardi (16,3% del totale). Al contrario l’America Latina segna un -0,4% a 4,0 miliardi (12,6% del totale).
Il calo dei ricavi è dovuto al disinvestimento dei business meno redditizi. A livello organico i livelli sono cresciuti del 3%, l’effetto price/mix ha inciso positivamente per il 2% mentre l’effetto cambi è stato negativo per l’1%.
Proseguendo con l’analisi del conto economico, nell’esercizio appena concluso l’Ebitda è risultato pari a 9,8 miliardi di dollari (Ebitda margin del 30,7%) in crescita rispetto agli 8,9 miliardi dell‘esercizio precedente (Ebitda margin del 25,0%).
Più marcato è il progresso dell’Ebit (+14,5%), che passa dai 7,6 miliardi di dollari del 2017 (Ebit margin del 21,5%) agli 8,7 miliardi dell’esercizio scorso (Ebit margin del 27,4%) grazie al miglioramento della redditività in Asia Pacific (+6,1% a 2,3 miliardi), in America Latina (+4,6% a 2,3 miliardi) ed Emea (+2,5% a 3.7 miliardi). In controtendenza invece il Nord Amarica il cui Ebit scende del 5,3% a 2,45 miliardi.
Infine, la riduzione del carico fiscale da 5,6 miliardi di dollari a 1,6 miliardi contribuisce alla crescita del risultato netto che si attesta a 6,5 miliardi (20,3% dei ricavi) più che raddoppiato rispetto agli 1,3 miliardi del 2017 (3,6% dei ricavi).
La struttura finanziaria consolidata vede un patrimonio netto che passa dai 19,0 miliardi di dollari del 31 dicembre 2017 (con un ratio Total asset/ Equity pari a 4,63x) ai 19,1 miliardi del 31 dicembre 2018 (con un ratio Total asset/ Equity pari al 4,37x).
L’indebitamento finanziario netto diminuisce passando dai 41,7 miliardi di dollari del 31 dicembre 2017 ai 34,6 miliardi a fine 2018 grazie soprattutto alla componente a medio-lungo termine, debitoria per 31,2 miliardi alla fine del 2017 e debitoria per 25,4 milioni alla fine del 2018. La posizione finanziaria netta a breve presenta un saldo negativo per 10,5 miliardi al 31 dicembre 2017 e negativo 9,3 miliardi al 31 dicembre scorso.
Il suddetto miglioramento della pfn e la contestuale crescita dell’Ebitda portano il ratio pfn / Ebitda dai 4,70x del 2017 al 3,54x del 2018.
Inoltre, il progresso dell’utile netto ha permesso al ROE di passare dal 6,8% del 2017 al 34,0% del 2018.
I flussi di cassa dell’attività operativa sono stati pari a 7,3 miliardi di dollari a cui si aggiungono 6,3 miliardi generati dalla liquidazione di investimento (già al nettò degli investimenti effettuati nel periodo per 10,1 miliardi) e sono stati in parte impiegati per la distribuzione di dividendi (6,6 miliardi) e per il buyback azionario (1,9 miliardi).
Nel 2018 è continuato il trend ascendente dell’azione ordinaria, iniziato a dicembre 2012 quando la medesima scambiava sui 36 euro.
Dopo un ritracciamento sul finire dell’anno scorso, coerente con il movimento dell’indice di riferimento Dow Jones Indusrial Average, il titolo sembrava avere ripreso la sua corsa, che si è interrotta il 14 febbraio, giorno della pubblicazione dei risultati del 2018 e della guidance 2019.