Il Ftse Italia Servizi Finanziari archivia la settimana con un rialzo dello 0,4% e al di sotto dell’analogo europeo (+1,1%), beneficiando solo in parte dell’ottimo andamento del comparto bancario (+6,7%) ma risultando molto meno vivace del Ftse Mib (+2,1%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche se per ora sembrano ridimensionarsi con l’avvicinarsi dell’eventualità che Stati Uniti e Cina possano effettivamente raggiungere un’intesa sulla tematica commerciale.
L’inquilino della Casa Bianca, Donald Trump, ha deciso di spostare a una data non ancora definita la scadenza entro cui far partire le nuove tariffe dal 2 marzo inizialmente fissato, visti i passi avanti compiuti nei colloqui svoltisi a Washington nella scorsa ottava.
In merito all’Italia, la stima preliminare del Pil del quarto trimestre 2018 ha testimoniato l’ingresso in recessione tecnica per l’economia, dopo la flessione evidenziata da quello del terzo trimestre, portando la Commissione Europea a ridurre le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno. Anche gli ultimi dati macro, fatturato e ordini dell’industria, hanno ribadito questo andamento.
L’agenzia americana Fitch ha lo stesso preso la decisione di mantenere il rating ‘BBB’, confermando l’outlook negativo.
Tuttavia, come largamente era previsto, la Commissione Europea nel Country Report relativo al Paese italiano ha sottolineato che “il rapporto debito/Pil non è atteso scendere nei prossimi anni dato che la prospettiva macroeconomica e i programmi di bilancio del Governo, anche se meno espansivi di quanto previsto inizialmente, comporteranno un deterioramento del surplus primario”.
“Siamo preoccupati perché il debito italiano non cala dati i programmi di bilancio e lo stallo delle riforme. Resteremo vigili seguendo da vicino gli sviluppi in Italia”, ha dichiarato il vice presidente della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis.
Secondo gli ultimi rumor di stampa, l’organismo comunitario non avvierà una procedura d’infrazione contro l’Italia ma potrebbe chiedere una manovra correttiva dopo le elezioni europee di maggio se i conti pubblici presenteranno una consistente deviazione dai target europei.
L’ottava in gran spolvero del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management, tra i quali si segnala il grande salto di Fineco (+9%). In spolvero anche Azimut (+2,6%), Banca Generali (+3,3%), che ha presentato la nuova strategia ESG, e Banca Mediolanum (+2,2%). Sprint di Anima (+8%), in sci alla pubblicazione dei risultati 2018.
Male Exor (-3,3%), mossasi in scia all’andamento contrastato delle principali controllate quotate.
Nel Mid Cap rimbalza prepotentemente Banca Ifis (+7%), mentre le prese di beneficio colpiscono doBank (-0,6%). In luce Cerved (+3,4%), nel cui capitale MutuiOnline si è portato appena sopra il 3 per cento.
Sullo Small Cap scattano i realizzi su Banca Intermobiliare (-2,9%), con la banca che potrebbe prendere in considerazione di crescere anche per linee esterne. Sugli scudi Banca Sistema (+5%), che per il 2019 continuerà a valutare anche opzioni di crescita non organica.