Nel periodo settembre – dicembre 2018 il gruppo Campari ha contabilizzato ricavi per 511,1 milioni in calo del 2,1% su base annua.
Una dinamica che si è amplificata a livello di margini operativi, con l’Ebitda e l’Ebit diminuiti rispettivamente del 4% a 132,8 milioni e del 2,9% a 119,6 milioni, nonostante ammortamenti scesi del 12,7 per cento.
Migliora la gestione finanziaria con oneri in calo 24,3% a 7,8 milioni, mentre si sono più che dimezzati gli oneri non ricorrenti, riferiti principalmente alla cessione della gamma Lemonsoda, al netto di accantonamenti legati a operazioni di ristrutturazione.
L’utile ante imposte si è così attestato a 101,4 milioni, in progresso del 14,4 per cento.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto è diminuito di 67,5 milioni rispetto a fine settembre 2018.
Il Cda proporrà all’assemblea la distribuzione di un dividendo di 0,05 euro per azione, in linea con l’anno precedente, che verrà pagato il 25 aprile, con stacco cedola il 23 aprile.
Per il 2019 il management si attende che l’attuale trend positivo in termini di crescita organica del business possa proseguire, nonostante le incertezze macroeconomiche e la continua volatilità di alcuni mercati emergenti.
Inoltre, i principali brand a priorità globale e regionale a elevata redditività nei mercati chiave continueranno a supportare miglioramenti nel mix di vendita e l’espansione organica del margine lordo, più che compensando l’effetto negativo del prezzo d’acquisto dell’agave che rimarrà elevato per via del trend sostenuto nella categoria della tequila.
L’attuale crescita organica dell’Ebit potrà proseguire, supportato dall’espansione del margine lordo, dopo i reinvestimenti nel business, in particolare sul potenziamento delle strutture commerciali on-premise e lo sviluppo di brand house.
La società ritiene poi che gli effetti cambio e di perimetro, guidati dalla continua volatilità di alcune valute e dall’effetto residuale delle transazioni avvenute nell’anno precedente, avranno un impatto meno sfavorevole rispetto al 2018.
Inoltre, nel 2019 l’utile netto dovrebbe beneficiare di rettifiche nette positive per circa 14 milioni, dovute ai risparmi fiscali legati al regime ‘Patent box’ implementato in Italia, per il quinto e ultimo esercizio, per un importo stimato in linea con il 2018, pari a circa 26 milioni.
Benefici che dovrebbero più che compensare accantonamenti previsti per il completamento di progetti di riorganizzazione per circa 16 milioni ed i relativi effetti fiscali stimati in circa 4 milioni.