Il Ftse Italia Banche chiude con un ribasso dello 0,3% e in linea all’analogo europeo (-0,7%), frenando anche il Ftse Mib (flat).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, anche se al momento sembrano ridursi data la possibilità concreta che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con l’intesa che potrebbe essere sancita durante un incontro verso fine marzo tra i due presidenti, Donald Trump e Xi Jinping.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat ha confermato la stima del quarto trimestre 2018 che ha certificato l’entrata in recessione tecnica per l’economia italiana, portando la Commissione Europea ad abbassare le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno.
L’agenzia Fitch ha comunque deciso di confermare il rating ‘BBB’, mantenendo l’outlook negativo.
Sul comparto bancario, nonostante lo spread Btp-Bund sia sceso appena sotto i 260 pb (fonte Mts Markets), sono scattate delle leggere prese di profitto, iniziate in parte già lunedì.
Realizzi su tutti i titoli del Ftse Mib, tra le quali tengono meglio Intesa Sanpaolo (-0,2%), con le fondazioni azioniste al lavoro in vista del rinnovo del cda, Bper (-0,3%), che nei giorni scorsi ha presentato il nuovo piano industriale 2019-2021, e Mediobanca (+0,2%), che secondo indiscrezioni di stampa sarebbe interessata a Kairos.
Sul Mid Cap vendite su Credem (-2,1%), che ha ribadito di non essere interessata a Carige, e in misura minore su Popolare Sondrio (-0,2%) e Mps (-0,4%). Non si arresta la corsa di Creval (+2%), in scia all’annuncio del ricambio al vertice, con l’uscita dell’Ad Mauro Selvetti e la contestuale nomina di Luigi Lovaglio.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con i commissari che la settimana scorsa hanno presentato il nuovo piano industriale al 2023, il quale prevede un aumento di capitale da 630 milioni, un target di Npe ratio lordo al 6-7% a fine 2019. Le offerte vincolanti per una possibile aggregazione sono attese entro aprile, con la Bce che vede di buon occhio anche l’ingresso di un fondo. Rallenta ancora Banca Finnat (-0,3%).