illimity Bank ha chiuso l’esercizio con un margine di intermediazione pari a 2,9 milioni ed una perdita netta di 23,5 milioni. Si ricorda che dal 20 settembre scorso è efficace la business combination tra Spaxs e Banca Interprovinciale e quindi il bilancio tiene conto dei risultati di Spaxs e dell’ultimo trimestre di Banca Interprovinciale. Di conseguenza, bisogna considerare che il business commerciale di illimity è ancora in una fase iniziale e che nell’esercizio in esame sono stati scontati costi straordinari relativi alla business combination per circa 14 milioni.
Il cda di illimity Bank, società risultante dalla fusione di Spaxs in Banca Interprovinciale, ha approvato oggi il progetto di bilancio di Banca Interprovinciale e i risultati consolidati di Spaxs dell’esercizio chiuso al 31 dicembre 2018.
Risultati che rappresentano il punto di partenza per la valutazione prospettica dei dati di illimity e che evidenziano un risultato netto negativo di 23,5 milioni, che include la perdita netta di 9,4 milioni di Spaxs e il defict di 13,5 milioni riferito ai tre mesi di gestione di Banca Interprovinciale (dal 20 settembre 2018, data di efficacia della business combination), importo che sconta i costi di esecuzione dell’operazione stessa, di natura non ricorrente, e dei primi investimenti in risorse e sistemi della nuova banca.
Conto economico
Il margine di intermediazione si è attestato a 2,9 milioni, grazie al contributo del margine di interesse solo in parte assorbito da una perdita dell’attività di negoziazione.
Nello specifico, il margine di interesse è stato pari a 5,1 milioni e ha beneficiato solo in minima parte dell’operatività commerciale di illimity nel quarto trimestre dell’anno, a motivo delle diverse date di perfezionamento delle operazioni nel corso del trimestre, nonché dell’intervallo di tempo che tipicamente intercorre tra la data di acquisto di portafogli Npl e la data in cui il portafoglio inizia a generare ricavi.
Le attività di negoziazione hanno registrato un risultato netto negativo per circa 2,1 milioni dalla data della business combination, per effetto principalmente delle perdite realizzate sulle vendite dei titoli governativi.
I costi operativi si sono fissati a 25,6 milioni, di cui 4 milioni riferiti a spese per il personale. Le altre spese amministrative, pari a 21,6 milioni, includono costi per consulenze (tecniche, legali, fiscali, strategiche etc.), costi di start up e costi di esecuzione della business combination; di queste, circa 13,6 milioni possono essere considerati non ricorrenti.
Gli accantonamenti netti a fondi rischi e oneri sono ammontati a 2,4 milioni e includono anche costi una tantum riferibili alla disdetta anticipata del contratto di outsourcing dei sistemi contabili e di segnalazione utilizzato da illimity.
Le rettifiche di valore nette su crediti si attestano a circa 3,3 milioni e includono gli effetti dell’incremento delle posizioni classificate a non performing.
Stato patrimoniale
A livello patrimoniale, illimity registra evidenzia attività totali per 1,2 miliardi, di cui 597 milioni riferiti a impieghi verso clientela e 440 milioni di disponibilità liquide suddivisi tra cassa (68 milioni) e debiti verso banche (372 milioni).
Al 31 dicembre 2018 il patrimonio netto è pari a 557 milioni. Si segnala, infine, che il Cet1 ratio supera il 90 per cento.