Il 2018 è stato un anno molto importante per Prysmian, che a giugno ha completato l’acquisizione dell’americana General Cable. Con il suo contributo il gruppo milanese ha visto aumentare, sia a livello reported che full combined, il proprio fatturato ma non l’Ebitda adjusted, appesantito anche dai 95 milioni accantonati per il progetto WesternLink. Il periodo si è chiuso con un utile in calo a 130 milioni, frenato anche dall’aumento delle componenti straordinarie. L’acquisizione ha influito anche sull’indebitamento, salito a 2.222 milioni a fine 2018 ma in discesa rispetto ai massimi di fine giugno. Infine, indicata la guidance 2019, che incorpora le sinergie con General Cable. Proposto un dividendo di 0,43 euro per azione.
Nel 2018 il fatturato consolidato di Prysmian, considerando General Cable (GC) a partire dal 1° giugno 2018, è cresciuto del 28,5% a 10.158 milioni, di cui 2.177 milioni generati dalla neoacquisita.
A livello organico, escludendo quindi GC, l’effetto cambi e le variazioni dei prezzi delle materie prime, i ricavi mostrerebbero un incremento del 3,3 per cento.
Nella gestione operativa, l’Ebitda adjusted è cresciuto del 3,7% a 763 milioni, con un’incidenza sul fatturato scesa però al 7,5% (-180 basis point).
La redditività è stata infatti penalizzata dagli accantonamenti resisi necessari per fare fronte alle problematiche del progetto WesternLink. Un ulteriore intoppo riscontrato nel febbraio 2019 ha infatti comportato lo stanziamento di ulteriori 25 milioni nel 4Q 2018, per complessivi 95 milioni accantonati nel corso dell’anno.
L’impatto negativo degli accantonamenti è stato invece controbilanciato dal miglioramento dei margini del business Telecom e del segmento HV Terrestre.
La dinamica sopra descritta si è riflessa sul risultato operativo, con l’Ebit adjusted in calo del 4,1% a 536 milioni, con il relativo margine al 5,3% (-180 basis point), appesantito anche da maggiori ammortamenti.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di competenza dei soci pari a 130 milioni, in calo del 46,5% rispetto al 2017, in scia principalmente a un aumento del tax rate e delle poste straordinarie.
Rispetto all’anno precedente è stato infatti maggiore l’impatto negativo degli special item (59 vs 16 milioni) e dei costi di ristrutturazione, principalmente connessi all’acquisizione di General Cable (66 vs 30 milioni). Inoltre, ulteriori costi non ricorrenti sono stati rilevati a seguito dell’investigazione antitrust delle autorità brasiliane.
Per una migliore confrontabilità, la società ha inoltre fornito i risultati a livello full combined, ovvero includendo l’apporto di General Cable per gli interi esercizi 2017 e 2018.
Nello scorso anno il giro d’affari del nuovo gruppo Prysmian è cresciuto del 19,7% a 11.577 milioni rispetto ai 11.353 milioni del 2017, di cui 3.536 generati da General Cable.
Quest’ultima ha beneficiato in particolare, nella prima parte dell’anno, di una buona performance dei cavi ottici e del segmento Projects in Europa mentre, nel secondo semestre, è stato maggiore il contributo del Telecom in Nord America e della ripresa del Power Distribution.
L’Ebitda adjusted si è invece attestato a 837 milioni, in calo dell’11% rispetto ai 940 milioni del 2017, di cui 197 milioni attinenti a General Cable.
Il risultato è stato penalizzato dal già citato accantonamento connesso al progetto WesternLink e dall’effetto negativo dei cambi per 41 milioni, mentre hanno impattato positivamente, oltre l’andamento dei business sopra descritto, le maggiori sinergie per 35 milioni generate dall’integrazione di General Cable, contro i 5-10 milioni originariamente previsti.
A livello di singoli business, ottima performance del segmento Telecom, che ha visto un incremento sia dei ricavi che della marginalità grazie principalmente allo sviluppo organico di Prysmian.
In particolare, l’Ebitda rettificato è salito del 19,4% a 295 milioni, aumentando il proprio margine al 18% (+250 basis point), grazie all’incremento dei volumi, al recupero delle efficienze industriali e ai risultati positivi della consociata YOFC.
In leggero calo, nonostante un giro d’affari superiore grazie al miglioramento di GC, la redditività della divisione Energy, principalmente a causa della flessione del segmento Energy & Infrastructure.
Più marcata invece la riduzione dell’Ebitda adjusted del business Projects, scesa del 43% a 170 milioni, con un’incidenza sul fatturato passata dal 17 al 9,4 per cento.
Dinamica su cui ha impattato prevalentemente il sopra citato accantonamento di 95 milioni relativo al progetto WesternLink, oltre al phasing di alcuni progetti, ad attività di rilavorazione e a una base di confronto sfavorevole.
A risentirne è stato maggiormente il segmento Cavi e Sistemi Sottomarini, mentre il segmento High Voltage terrestre ha confermato nel quarto trimestre i risultati positivi della prima parte dell’anno.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è salito a 2.222 milioni rispetto ai 436 milioni di fine 2017, meglio però delle attese degli analisti, per effetto dell’esborso di circa 2,6 miliardi per l’acquisizione di General Cable.
Il debito è comunque in calo se confrontato con il picco di oltre 3 miliardi raggiunto lo scorso 30 giugno.
Riguardo al 2019, la guidance prevede un Ebitda adjusted combined in crescita a 950-1.020 milioni e un un free cash flow intorno ai 300 milioni, dopo il pagamento di costi di ristrutturazione per circa 90 milioni.
La gestione operativa dovrebbe beneficiare di sinergie dall’integrazione di General Cable per 120 milioni, parte dei complessivi 175 milioni che si dovrebbero ottenere entro il 2021.
Stima questa che è stata rivista al rialzo dai precedenti 150 milioni dopo le maggiori sinergie riscontrate nel 2018, che hanno consentito di anticipare di un anno il raggiungimento dei target.
Infine, il management ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,43 euro per azione (invariato rispetto allo scorso anno), corrispondente a un dividend yield del 2,4% rispetto al prezzo di chiusura di ieri.