Cattolica ha archiviato il 2018 con ricavi e margini operativi in crescita, beneficiando dell’avvio della partnership nella bancassurance con Banco Bpm. I premi lordi sono saliti a 5.793 milioni (+15,7% a/a), il risultato operativo a 292 milioni (+42,2%) e l’utile netto di pertinenza del gruppo a 107 milioni (più che raddoppiato rispetto all’anno precedente). Quest’ultimo è il migliore dell’ultimo decennio.
“Cattolica chiude l’esercizio con un risultato eccellente che ci inorgoglisce, ci fa guardare con ottimismo al futuro e dimostra il buon avvio del piano industriale. Ci presentiamo oggi al mercato con una forte crescita del risultato operativo, un ottimo livello di eccellenza tecnica e una confermata solidità patrimoniale”.
È con queste parole che Alberto Minali, Ceo di Cattolica, commenta i risultati del 2018, aggiungendo che “sono dati che testimoniano la solidità del nostro gruppo e la forza delle azioni intraprese in un anno nel quale abbiamo realizzato molti progetti. La trasformazione industriale e culturale è in atto e mostra già i suoi frutti in termini di generazione di valore nell’interesse di tutti i soci, gli azionisti e gli stakeholder”.
Cattolica ha chiuso il 2018 con premi lordi complessivi pari a 5.793 milioni (+15,7% su base annua; -3,6% in termini omogenei e quindi escludendo la raccolta relativa alla partnership con Banco Bpm consolidata a partire dal secondo trimestre dell’anno in corso).
Nel dettaglio, la raccolta premi riferita al ramo vita ha toccato 3.672 milioni (+23,2% rispetto al 2017; -7,1% su basi omogenee), supportata dalla buona performance dei prodotti linked (+33,9% su base annua), in linea con le azioni previste dal piano dirette ad aumentarne il peso sul portafoglio vita.
I premi generati dal ramo danni sono saliti a 2.104 milioni (+4,4% rispetto all’anno precedente; +1,3% su basi omogenee), grazie alla performance positiva sia del segmento auto (+0,8% a/a a 1.111 milioni, +0,4% su basi omogenee) ma soprattutto, di quello non auto (+8,8% a 993 milioni rispetto al 2017; +2,3% su basi omogenee). Tale sviluppo risulta in linea con l’obiettivo di riequilibrare il mix del business danni a favore del ramo non auto. Il Combined ratio è sceso al 93,4% (94,7% nel periodo di confronto).
Tali dinamiche hanno portato a un risultato operativo di 292 milioni (+42,2% rispetto al periodo di confronto; +17,8% su basi omogenee). Un andamento che dimostra l’efficacia del piano industriale e della strategia che la compagnia sta realizzando e che si riflette sull’indicatore di profittabilità: il RoE operativo è pari al 7,5% (+1,3 p.p.), nonostante l’aumento della spesa per gli interessi a seguito della emissione del subordinato avvenuta a fine 2017.
La gestione finanziaria è stata positiva e sostanzialmente stabile per 484 milioni (491 milioni nel 2017), nonostante la sostanziale assenza di realizzi netti.
Il periodo si è chiuso un utile netto di pertinenza del gruppo di 107 milioni, a fronte dei 41 milioni riportati nell’anno precedente, su cui però avevano impattato significative svalutazioni di natura non ricorrente per un totale di 67 milioni.
Il patrimonio netto al 31 dicembre sale a 2.255 milioni (2.108 milioni a fine 2017), anche a seguito dell’aumento del capitale di terzi dovuto al consolidamento delle nuove società in partnership con Banco Bpm.
Sul fronte della solvibilità, a fine 2018 il Solvency II ratio è pari al 172%, includendo la prevista distribuzione del dividendo, pari a 0,40 euro per azione (0,35 euro lo scorso anno).