Nell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2018 ExxonMobil. ha totalizzato ricavi per 279,3 miliardi di dollari (+17,8% a/a), un Ebitda di 50,5 miliardi (+28.9% a/a) e un risultato netto di 21,4 miliardi (+7,9% a/a). A fine periodo l’indebitamento finanziario netto era pari a 34, 75 miliardi.
Nell’esercizio 2018 il fatturato di ExxonMobil è salito del 17,8% a/a a 279,3 miliardi di dollari grazie all’andamento di tutti i business: la Produzione è risultata in progresso del 7, a 25,5 miliardi di dollari (9,1% del totale), la Raffinazione ha registrato in incremento del 19,9% a 221,3 miliardi (79,2% del totale), mentre la Chimica ha chiuso l’esercizio con un +13,1% a 32,4 miliardi (11,6% del totale).
L’andamento dei prezzi delle commodities energetiche nel periodo è stato positivo mentre le produzioni sono risultate in calo: l’estrazione di greggio e GNL scende dello 0,7% per il rallentamento in Europa e in Africa, quella del gas naturale è calata del 7,9% a causa degli USA, dell’Europa e dell’Asia mentre la produzione di raffinati è diminuita dello 0,4% e le vendite di prodotti petroliferi si sono contratte dello 0,3%.
Proseguendo l’analisi del conto economico l’Ebitda aumenta del 28,8% passando dai 39,1 miliardi di dollari del 2017 (16,5% dei ricavi) ai 50,5 miliardi del 2018 (18,1% del fatturato).
Più consistente è stato l’incremento dell’Ebit (+64,6%) da 19,3 miliardi di dollari (8,1% dei ricavi) a 31,7 miliardi (11,4% del fatturato) grazie sia alla dinamica dell’Ebitda che al calo degli ammortamenti (19,9 miliardi nel 2017 e 19,7 miliardi nell’esercizio appena concluso).
Infine, nonostante il considerevole aumento della fiscalità (oneri per 9,5 miliardi nel 2018 vs. un beneficio di 1,2 miliardi nel 2017), l’utile netto risulta in progresso del 7,9% a 21,4 miliardi pari al 7,7% dei ricavi (19,8 miliardi pari all’8,4% del fatturato nel 2017).
Alla crescita dell’utile hanno contribuito il risultato delle attività di Produzione (+5,4% da 13,4 miliardi a 14,1 miliardi), di Raffinazione (+7,4% da 5,6 miliardi a 6,0 miliardi) e la riduzione dei costi corporate (da 3,8 miliardi a 2,6 miliardi), parzialmente compensate dalla contrazione dell’utile del business chimico (-25,8% da 4,5 miliardi a 3,4 miliardi).
La struttura finanziaria consolidata vede un patrimonio netto che passa dai 194,5 miliardi di dollari del 31 dicembre 2017 (con un ratio total asset / equity pari a 1,79x) ai 198,5 miliardi del 31 dicembre 2018 (con un ratio total asset / equity pari a 1,74x).
Grazie alla dinamica dei cash flows sotto descritta, l’indebitamento finanziario netto scende da 39,2 miliardi a 34,8 miliardi e di questi la componente a breve è di 14,2 miliardi (14,8 miliardi nel 2017)
La riduzione dell’indebitamento finanziario netto, la crescita dell’Ebitda e quella del patrimonio netto, hanno determinato il miglioramento del ratio Pfn / Ebitda da 1,00x a 0,69x e del rapporto Pfn / Equity da 0,20x a 0,18x.
Infine, l’aumento dell’utile netto ha portato alla cresci del roe dal 10,2% al 10,8%.
I flussi di cassa operativi sono stati pari a 36,0 miliardi e hanno finanziato l’attività di investimento netta pari a 16,4 milioni e la distribuzione di dividendi per 13,8 miliardi.
Nel 2018 è proseguito il trend discendente di lungo periodo iniziato a fine luglio 2014 quando l’azione scambiava sopra i 104 dollari.
In particolare il titolo, che il 1° febbraio valeva 89 dollari, dopo due momenti di particolare pressione a inizio febbraio e a metà dicembre, è arrivato a toccare i minimi a 65,51 dollari il 24 dicembre scorso, per poi iniziare la risalita che l’ha portato sugli attuali 80 euro.