Banche – Giornata incolore (-0,4%), in rosso Mps (-2,8%)

Il Ftse Italia Banche chiude con una flessione dello 0,4% e in linea all’analogo europeo (-0,4%), frenando anche il Ftse Mib (invariato).

Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con l’intesa che potrebbe essere sancita durante un incontro verso fine marzo tra i due presidenti, Donald Trump e Xi Jinping.

Ulteriore incertezza sarà generata dal fronte della Brexit, dopo che il Parlamento britannico ha bocciato anche l’ultima versione dell’accordo raggiunto dal premier, Theresa May, con l’UE.

Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat ha confermato la stima del quarto trimestre 2018 che ha certificato l’entrata in recessione tecnica per l’economia italiana, portando la Commissione Europea ad abbassare le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno e l’Oce addirittura al -0,2 per cento.

Lo scorso giovedì la Bce ha mantenuto fermi i tassi di interesse e ha fatto sapere che resteranno sui livelli attuali almeno fino a fine 2019. Il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ha sottolineato come siano state limate le previsioni di crescita dell’Eurozona per quest’anno e il prossimo, a causa di numerosi fattori potenzialmente negativi, inclusa l’Italia.

Il comparto bancario, grazie anche allo spread Btp-Bund mantenutosi in area 250 pb (fonte Mts Markets), ha sostanzialmente tenuto botta. Il settore ha in parte retto anche grazie all’annuncio della scorsa settimana da parte della Bce del lancio di una nuova operazione di Tltro a partire da settembre 2019.

Seduta sottotono per i titoli del Ftse Mib, tra i quali resiste Intesa Sanpaolo (-0,1%), il cui Ceo Carlo Messina ha confermato gli obiettivi del piano al 2021 e con le principali fondazioni azioniste continuano a lavorare sulla lista da presentare il vista del rinnovo del cda. Calo contenuto per Ubi (-0,4%), al momento concentrata sull’elezione del nuovo cda, e per UniCredit (-0,5%), che ieri ha collocato un bond AT1 secondo quanto riportato dalla stampa.

Sul Mid Cap in rosso Credem (-1,8%), che ha ribadito di non essere interessata a Carige, Popolare Sondrio (-0,7%), che ha acquistato il 71% di Farbanca, e Mps (-2,8%), che continua a lavorare sul de-risking. Tiene botta Creval (+0,1%), il cui nuovo Ad Luigi Lovaglio sta preparando il nuovo piano industriale.

Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con i commissari che la settimana scorsa hanno presentato il nuovo piano industriale al 2023, il quale prevede un aumento di capitale da 630 milioni, un target di Npe ratio lordo al 6-7% a fine 2019. Le offerte vincolanti per una possibile aggregazione sono attese entro aprile, con la Bce che vede di buon occhio anche l’ingresso di un fondo, anche se i potenziali investitori secondo rumor di stampa chiederebbero prima delle garanzie. Altra seduta incolore per Banca Finnat (-1,4%).