Il Ftse Italia Banche chiude con un rialzo dello 0,8% e poco al di sotto dell’analogo europeo (+1,6%), supportando anche il Ftse Mib (+0,6%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con l’intesa che potrebbe essere sancita durante un incontro verso fine marzo tra i due presidenti, Donald Trump e Xi Jinping.
Ulteriore incertezza è stata generata dal fronte della Brexit, dopo che il Parlamento britannico ha bocciato sia l’ultima versione dell’accordo raggiunto dal premier, Theresa May, con l’UE, sia l’opzione uscita no-deal.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat ha confermato la stima del quarto trimestre 2018 che ha certificato l’entrata in recessione tecnica per l’economia italiana, portando la Commissione Europea ad abbassare le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno e l’Ocse addirittura al -0,2 per cento.
Lo scorso giovedì la Bce ha mantenuto fermi i tassi di interesse e ha fatto sapere che resteranno sui livelli attuali almeno fino a fine 2019. Il presidente dell’Eurotower, Mario Draghi, ha sottolineato come siano state limate le previsioni di crescita dell’Eurozona per quest’anno e il prossimo, a causa di numerosi fattori potenzialmente negativi, inclusa l’Italia.
Il comparto bancario, grazie anche allo spread Btp-Bund mantenutosi in area 250 pb (fonte Mts Markets), ha sostanzialmente tenuto botta. Il settore continua a beneficiare anche all’annuncio della scorsa settimana da parte della Bce del lancio di una nuova operazione di Tltro a partire da settembre 2019, su cui cominciano ad emergere i primi rumor sui dettagli tecnici.
Seduta positiva per i titoli del Ftse Mib, tra i quali spicca UniCredit (+1,4%), che ha collocato con successo un bond AT1 da 1 miliardo. Bene Intesa Sanpaolo (+0,9%), che secondo quanto si apprende dalla stampa è al lavoro su un emissione in yen e il cui Ad Carlo Messina ha ribadito sempre alla stampa che l’istituto non ha interesse a operazioni di M&A, e Bper (+0,6%), che ha piazzato con esito positivo un’obbligazione garantita da 600 milioni.
Sul Mid Cap risale leggermente Credem (+0,1%), mentre frenano ancora Mps (-0,9%) e Popolare Sondrio (-2%), che ha aggiornato il suo programma Emtn fino a 5 miliardi, e Mps (-%). Tornando le vendite su Creval (-1,4%), il cui neo Ad Luigi Lovaglio sta preparando il nuovo piano industriale.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con i commissari che la settimana scorsa hanno presentato il nuovo piano industriale al 2023, il quale prevede un aumento di capitale da 630 milioni, un target di Npe ratio lordo al 6-7% a fine 2019. Le offerte vincolanti per una possibile aggregazione sono attese entro aprile, con la Bce che vede di buon occhio anche l’ingresso di un fondo, con Varde che secondo indiscrezioni di stampa lavora al dossier. Nuovamente sottotono Banca Finnat (-0,6%).