Isagro – Ebitda +12% nel 2018

Nel 2018 Isagro ha contabilizzato ricavi in crescita del 2,1% a 152,8 milioni; a parità di tassi di cambio il fatturato sarebbe stato pari a 159,8 milioni (+7% rispetto al 2017).

Una dinamica riconducibile principalmente a maggiori ricavi da accordi di medio/lungo termine (+6 milioni rispetto al 2017), che hanno più che compensato le minori vendite da Agrofarmaci e Servizi (-2,8 milioni rispetto al 2017).

L’andamento dei ricavi si amplifica a livello di risultati operativi, con l’Ebitda in progresso dell’11,7% a 14 milioni, nonostante il calo di redditività delle vendite della controllata indiana Isagro Asia Agrochemicals Private Limited e i maggiori costi di ricerca e sviluppo di prodotti innovativi.

Si segnala che a parità di tassi di cambio, l’Ebitda sarebbe stato pari a 16,8 milioni (+33% rispetto al 2017).

Dopo la contabilizzazione di ammortamenti e svalutazioni in calo dell’1,1% a 9,6 milioni, l’Ebit sale di oltre il 54% a 4,4 milioni.

Il conto economico si chiude con un utile netto di 0,4 milioni, riportando un incremento del 70,4% rispetto al 2017.

Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2018 si è espresso in 45,1 milioni, in calo di 1,1 milioni rispetto a fine anno 2017. Il cash flow positivo è riconducibile al calo del capitale circolante commerciale netto (-0,3 milioni) e alla generazione del flusso di cassa gestionale (+0,8 milioni).

Nel medio termine, il management intende raggiungere l’obiettivo di fatturato intorno ai 200 milioni, crescendo sia per linee interne che per linee esterne. Al riguardo si ricorda che a partire dal 2021 è atteso un contributo incrementale su fatturato e margini da parte del nuovo fungicida Fluindapyr, con impatti anche negli anni successivi.

La strategia di Isagro continuerà ad essere focalizzata sulle attività di scoperta di nuovi prodotti e molecole, intensificando l’impegno organizzativo e finanziario nello sviluppo della propria posizione nel settore delle Biosolutions. Alla luce dei cambiamenti a livello di sistema regolatorio e competitivo, non svilupperà più prodotti di origine chimica organica, i cui diritti di sviluppo e sfruttamento commerciale saranno ceduti a terzi.