Tim – Il Cda interviene per ristabilire un corretto quadro informativo

Il Cda di Telecom Italia, riunitosi ieri per fare il punto in vista dell’assemblea del prossimo 29 marzo, ha approvato un documento di osservazioni sui rilievi di cui la società è stata oggetto.Un documento in risposta a quanto pubblicato dal socio Vivendi, in occasione della sollecitazione di deleghe in corso, e alla relazione del collegio sindacale della società.

Ricordiamo infatti che lo scorso 8 marzo, il Collegio Sindacale di Telecom Italia aveva pubblicato la relazione informando che il socio Vivendi e il consigliere De Puyfontaine (Ceo di Vivendi) imputavano al Consiglio una serie di comportamenti ritenuti illeciti, concatenati tra di loro, e volti a sostenere gli interessi del socio Elliott.
Comportamenti che avrebbero apportato un grave danno all’efficiente gestione di TIM, ai risultati, all’immagine della società e alla sua credibilità sui mercati, danneggiando di conseguenza tutti gli investitori della società.

Nell’intento di ristabilire un piano di parità informativa per consentire agli azionisti di giungere a conclusioni informate in vista dell’Assemblea convocata per il prossimo 29 marzo, il consiglio ha in primis effettuato due “doverose premesse”:

  • L’attuale consiglio non è espressione di un singolo socio. La lista da cui è stata tratta la maggioranza degli amministratori (dieci su quindici) è stata presentata dall’azionista Elliott che all’epoca deteneva l’8,85% del capitale sociale, ottenendo il voto favorevole del 33,47% del capitale sociale. Risulta pertanto fuorviante indicare l’attuale Cda come espressione di Elliott.
  • Il consiglio non condivide le valutazioni critiche espresse nella relazione del collegio sindacale.
Sintetizzando le conclusioni del documento, il Cda ritiene che:
  • La procedura di impairment, condotta a novembre 2018, è stato un atto dovuto e non procrastinabile in risposta alla critica del socio Vivendi secondo cui il processo di impairment avrebbe provocato un’indebita svalutazione dell’avviamento per complessivi 2 miliardi nel resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2018;
  • La revoca delle deleghe al consigliere Amos Genish sono la conseguenza di una progressiva perdita di fiducia nelle capacità dell’ex Ad di fronteggiare efficacemente le condizioni di mercato;
  • L’attribuzione delle deleghe al consigliere Luigi Gubitosi rappresenta la migliore soluzione possibile per la società e per tutti i suoi azionisti;
  • La richiesta del socio Vivendi di convocare un’assemblea per il conferimento dell’incarico di revisione per il 2019-2027, la revoca di cinque amministratori e contestuale sostituzione, è stata valutata ed accolta dal Cda con modalità conformi alla normativa vigente;
  • Il comunicato stampa del 17 gennaio 2019 era un atto dovuto per legge e non procrastinabile. Non è stata violata la normativa vigente in occasione della comunicazione al mercato di risultati preliminari 2018 inferiori al consensus e di stime prudenti per il primo semestre 2019. Operazioni che secondo il socio Vivendi avrebbero provocato un deprezzamento del titolo, oltre che una perdita di fiducia degli investitori;
  • Tutte le decisioni sono state assunte in ambito collegiale, rispettando gli interessi della società e senza alcun conflitto di interessi;
  • L’attività del Presidente è stata conferme ai doveri e non sussiste alcuna ragione che possa metterne in discussione l’indipendenza. Il Consiglio riafferma di conseguenza piena fiducia nell’operato del presidente.