Deutsche Bank e Commerzbank, dopo mesi di indiscrezioni, hanno confermato che i rispettivi board stanno valutando la fusione anche se gli ostacoli di questa operzione non sono pochi.
L’operazione è sempre stata vista con perplessità dagli investitori data la debolezza in cui versano i due istituti, ma non dal governo tedesco che ha fatto molte pressioni affinché si concretizzi la creazione di un campione nazionale per accompagnare la crescita delle imprese tedesche.
La fusione consentirebbe alle due banche un forte taglio dei costi, poiché hanno molte sovrapposizioni che possono essere eliminate grazie all’unione delle attività di erogazione di credito in Germania, dal business commerciale e dal taglio del personale.
Allo stato attuale l’operazione è ancora in una fase embrionale, ma gli operatori di mercato stanno valutando quali potrebbero essere gli ostacoli lungo la strada.
Taglio del personale
Sarebbero 30 mila i posti di lavoro che si perderebbero con una fusione, pari a un quinto del totale della forza lavoro delle due banche, numero che chiaramente non è ben visto dai sindacati, i quali hanno anche potere decisionale all’interno del consiglio di sorveglianza.
Ma, secondo quanto riportato da Bloomberg, Olaf Scholz, il ministro delle Finanze tedesco, non si opporrebbe al taglio del personale necessario a far funzionare il merger, dando quindi più libertà ai due board sui termini di negoziazione.
Il ruolo dello Stato
La partecipazione dello stato tedesco in Commerzbank, pari al 15,6%, è un’altra questione da chiarire. A tal proposito lo stato avrebbe due opzioni: vendere prima del merger la partecipazione generando così una forte minusvalenza a carico dei cittadini oppure convertire le azioni nella nuova entità, diventando di fatto azionista.
La prima opzione dovrebbe essere esclusa, poiché avrebbe un forte impatto politico a due mesi dalle elezioni europee, mentre la seconda comporterebbe un ulteriore investimento di Berlino e potrebbe essere visto come un aiuto di Stato da parte delle autorità di vigilanza europee. Detto ciò, secondo fonti di stampa, la seconda via sarebbe la più probabile.
Il ruolo di Cerberus
Cerberus è un azionista rilevante di entrambe le banche con circa il 5% di Commerzbank e poco più del 3% di Deutsche Bank e, secondo indiscrezioni sarebbe aperto alla possibile aggregazione tra le due principali banche private tedesche.
Il tutto con l’obiettivo di recuperare, almeno in parte, l’investimento effettuato nelle due banche, penalizzato dai forti cali in Borsa registrati dai due titoli.
Il capitale necessario per l’operazione
Secondo quanto riportato da Bloomberg, a Deutsche Bank servirebbe un aumento di capitale da circa 8 miliardi per portare a termine l’operazione e secondo opinioni di alcuni analisti raccolte da Bloomberg, parte di tale ammontare potrebbe essere recuperato dalla dismissione della partecipazione del 78% che detiene in Dws, valutata circa 5 miliardi, su cui ha messo gli occhi Allianz.
Secondo quanto riportato dalla stampa lo scorso week end, Allianz starebbe valutando un’aggregazione del suo settore di asset management con Dws che porterebbe alla nascita di un colosso da 1,1 miliardi di asset under management.
Per quanto riguarda Commerzbank, invece, secondo rumor di stampa, servirebbero 7 miliardi per finalizzare il deal. Tuttavia, secondo rumor di stampa, lo Stato sarebbe poco propenso a partecipare al rafforzamento patrimoniale, in quanto considerato politicamente inaccettabile.