Diasorin ha chiuso l’anno 2018 con ricavi a 669,2 milioni in crescita del 5,0% rispetto ai 637,5 milioni dell’esercizio precedente (+7,7% a tassi di cambio costanti) a seguito del positivo contributo delle vendite CLIA (+3,9% a 439,8 milioni) al netto della Vitamina D, delle vendite di diagnostica molecolare e delle vendite derivanti dal business ELISA acquisito da Siemens nel settembre 2017 (+12,7% a 96,2 milioni), parzialmente compensato dall’andamento negativo delle vendite di Vitamina D (principalmente sul mercato statunitense).
Inoltre, il business dei test molecolari è cresciuto del 4,1% a 56,5 milioni e la Strumentazione del 2,9% a 77,7 milioni.
Infine, nell’anno i ricavi sono stati influenzati da un effetto cambio negativo per circa 17,0 milioni.
Nell’esercizio sono state piazzate 451 unità (+483 LIAISON XL e -32 LIAISON), raggiungendo in tal modo una base installata pari a 7.849 unità complessive, di cui 4.001 LIAISON XL.
Da un punto di vista geografico l’area Europa e Africa segna un +11,3% a 309,5 milioni con le seguenti performance nei principali Paesi: Italia +12,2%, Germania +16,5% e Francia: +12,0%.
Negli Stati Uniti e Canada il fatturato è stato di 188,1 milioni, in contrazione del 3,6% a cambi correnti e e in aumento dello 0,8% a cambi costanti.
Il fatturato dell’area Asia e Oceania è stato di 129,4 milioni, in aumento del 10,6% (+13,5% a cambi costanti) rispetto al 2017 mentre le vendite dell’America Latina sono state di 42,2 milioni, in diminuzione del 10,8% (-2,2% a cambi costanti) rispetto al 2017 con un decremento del 6,2% in Brasile in valuta locale parzialmente compensato dal+9,6% del Messico, sempre in valuta locale.
Proseguendo con l’analisi del conto economico, l’Ebitda: si attesta a 255,4 milioni (38,2% dei ricavi); in aumento del 7,4%, rispetto ai 237,9 milioni del 2017 (37,3% dei ricavi), beneficiando del diverso mix geografico e di prodotto oltre che del miglioramento dell’efficienza industriale e di un confronto con l’anno precedente gravato da costi non ricorrenti sostenuti per la chiusura del sito manifatturiero irlandese per un importo pari a circa 6,0 milioni.
Al netto dell’effetto cambi negativo registrato nel periodo, l’Ebitda cresce dell’11,2% rispetto al 2017 con un’incidenza sul fatturato del 38,5%.
A cascata, l’Ebit si attesta a 204,5 milioni (30,6% dei ricavi) in aumento del 10,9% rispetto ai 184,4 milioni del 2017 (28,9% dei ricavi).
Gli oneri finanziari netti scendono a 0,2 milioni rispetto ai 5,7 milioni nel 2017 grazie alle differenze di cambio e alla rivalutazione al fair value della quota di partecipazione in Diasorin Trivitron Healthcare Private Ltd in seguito all’acquisizione del controllo totalitario.
Il valore delle imposte dell’esercizio è pari a 46,2 milioni, con un tax rate del 22,6% (21,7% nel 2017) principalmente attribuibile all’accordo siglato con l’Agenzia delle Entrate relativo al regime di Patent Box in Italia nel 2017 ed alla riduzione del tax rate negli Stati Uniti.
L’Utile netto consolidato si attesta nel 2018 a 158,1 milioni (23,6% dei ricavi) in aumento del 13,1% rispetto ai 139,8 milioni del 2017 (21,9% dei ricavi).
Da un punto di vista patrimoniale, i mezzi propri alla fine dell’esercizio scorso erano pari a 705 milioni, in calo rispetto ai 742 milioni del 31 dicembre 2017.
Sempre a fin 2018, la posizione finanziaria netta consolidata era positiva per 75,3 milioni, in diminuzione di 74,0 milioni rispetto al saldo del 31 dicembre 2017 principalmente a seguito degli acquisti netti di azioni proprie a servizio del piano di stock options per 65,3 milioni e al pagamento di dividendi ordinari e straordinari per un importo totale pari a 145,3 milioni solo in parte finanziati dai flussi di cassa.
l free cash flow del 2018 sono stati pari a 163,6 milioni, in aumento di 31,6 milioni rispetto al 2017.
Il management a parità di cambi si aspetta per l’esercizio in corso, ricavi in crescita tra il 5,0% e 8,0%, e un Ebitda margin comparabile a quello del 2018.