Grifal approverà fra poche settimane il bilancio 2018, un esercizio decisamente importante per il gruppo guidato da Fabio Gritti che in questo periodo ha compiuto molti passi importanti a partire da “quella quotazione all’Aim che ha registrato un successo straordinario anche in termini di performance”.
Un esercizio che oggi ci viene raccontato dai diretti protagonisti.
Proprio Gritti, oggi affiancato dalla figlia Giulia, è l’artefice della strategia che ha portato Grifal “ad essere uno dei protagonisti della sfida all’imballaggio eco-sostenibile pur nel rispetto più assoluto della sua funzionalità: proteggere i suoi contenuti da possibili urti nella fase del trasporto dal luogo di produzione a quello di utilizzo da parte dell’acquirente”.
Un percorso, ricorda Gritti, “coronato da molteplici innovazioni, sino a giungere a cArtù, l’ultimo nato e quello che ci permetterà di fare quel salto quantico che perseguiamo da tempo, ma che oggi è prossimo al compimento”.
Questo anche se i risultati 2018 che il gruppo si appresta ad approvare presenteranno un valore della produzione leggermente inferiore alle previsioni di Piano “a causa di quel malessere che sta interessando le principali economie dell’Europa e che sta generando un rallentamento nell’introduzione sul mercato di nuovi prodotti da parte delle grandi aziende, ovvero i nostri clienti”.
Una dinamica, quella del rinvio, che “abbiamo purtroppo riscontrato anche nel caso di prodotti per cui abbiamo già realizzato progetti d’imballo approvati dal committente”.
Quanto descritto si rifletterà anche sull’Ebitda, “anch’esso lievemente inferiore alle previsioni in quanto la velocità con la quale si è manifestato il fenomeno non ci ha permesso di mettere in campo manovre correttive sul fronte dell’efficienza”.
Nonostante ciò, comunque, “i risultati saranno più che soddisfacenti, mentre le potenzialità di cArtù si stanno dimostrando ogni giorno più importanti. Il prodotto sta infatti conquistando nuovi importanti apprezzamenti da parte di primari operatori e questo ci conforta sulle scelte fatte e ci rende più che fiduciosi sull’evoluzione dei prossimi semestri”.
Buone notizie giungono poi dal fronte delle partecipate poiché, come aggiunge Gritti, “vogliamo raggiungere una quota prossima al 30% nella Buxkin BV e la scelta sarà attuata in funzione dei risultati commerciali che verificheremo nell’arco dell’anno”.
Il focus comunque “resta oggi sul packaging in cArtù ed al riguardo rileviamo che l’avvio della produzione in prossimità della sede produttiva di Philips in Romania ci consentirà di abbattere l’incidenza dei costi di trasporto e di ridurre i costi legati alla manodopera. Ricordo inoltre che l’investimento sarà contenuto e che stiamo valutando di avvalerci dell’appoggio di società locali per la realizzazione di siti produttivi anche in altri Paesi, proprio per limitare il nostro impegno finanziario”.
La crescita “avverrà quindi nel rispetto degli equilibri e della compatibilità strutturale e reddituale. Non sono quindi previste operazioni sul capitale e questo anche perché la probabile conversione dei Warrant rafforzerà la struttura e ci consentirà di incrementare il flottante, che potrebbe persino raddoppiare”.
E la solidità patrimoniale è fondamentale per uno sviluppo equilibrato, “considerando che i nostri piani di sviluppo sono globali e decisamente ambiziosi anche per quanto riguarda il nostro Paese”.
Entro i prossimi cinque anni, prosegue Gritti, “vogliamo infatti conquistare una quota compresa fra il 5 e il 10% del mercato dei sistemi per gli imballaggi industriali, che ha un valore approssimativo di circa 100 milioni. Intendiamo raggiungere questo obiettivo grazie all’ennesima innovazione di processo: abbiamo infatti brevettato il primo sistema Inspiropack completamente automatico per la produzione degli imballaggi”.
A questo obiettivo darà un contributo anche il neo-assunto Fausto Villa, che è stato per 25 anni il direttore commerciale di Sealed Air in Italia per la vendita degli imballaggi industriali e dei sistemi per l’imballo.
Buone notizie anche da Amazon in quanto Grifal è l’unica azienda italiana con altre 30 al mondo certificata dal colosso americano nell’ambito di un progetto finalizzato a creare una lista di aziende in grado di progettare e certificare correttamente gli imballaggi per la vendita via web.
Un business, quello dell’e-commerce, che potrebbe assumere una valenza importante anche per Grifal, che nel 2018 ha fatturato oltre 400 mila euro con prodotti correlati: dai fono-assorbenti alle pareti mobili transitando per le protezioni nei box auto, un business in costante crescita.
Il core business, conclude il Ceo, “resterà comunque quello degli imballaggi eco-compatibili ove cArtù avrà un ruolo centrale considerando i successi ottenuti nel comparto dei piccoli e grandi elettrodomestici, che ha volumi giganteschi. Scenario che ci ha spinto a una revisione del processo produttivo di cArtù, finalizzata a triplicare la capacità produttiva dei nostri macchinari per l’ondulazione, per adeguarci alle dimensioni del mercato potenziale”.
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