Il gruppo ha archiviato il 2018 con risultati in netta contrazione, complice un quadro economico meno dinamico rispetto all’esercizio precedente a cui si sono sommati alcuni fattori esogeni quali il rallentamento dell’intero comparto ceramico nazionale, l’incremento delle tariffe del gas e il deprezzamento del dollaro.
In tale contesto, Panariagroup ha registrato ricavi in calo del 3,3% a 371 milioni, in linea all’andamento generale dei mercati.
A livello di gestione operativa, i margini hanno risentito in particolare del calo dei volumi e dell’incremento delle tariffe energetiche, oltre che di alcuni investimenti di carattere organizzativo e commerciale.
A ciò si aggiungono una politica commerciale più aggressiva in termini di prezzo in Italia e un incremento dei costi di produzione dovuto al minor utilizzo degli impianti per il controllo del magazzino.
L’Ebitda ha segnato un calo del 54% a 19,3 milioni, con un’incidenza sul fatturato in peggioramento al 5,2% (-570 punti base), mentre l’Ebit è passato da 18,2 milioni a un deficit di 5,3 milioni.
Il periodo si è chiuso con una perdita netta di 4,1 milioni, rispetto a un utile netto di 11,4 milioni nel 2017, nonostante minori oneri finanziari netti.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto ammonta a 98,5 milioni, sostanzialmente in linea ai 99,4 milioni al 31 dicembre 2017 con la limitata generazione di cassa bilanciata dalle azioni correttive sul fronte del capitale circolante e dal contenimento degli investimenti.