Poste Italiane ha archiviato il 2018 con ricavi leggermente saliti a 10.864 milioni, mentre è stata più significativa la crescita del risultato operativo (+33,5% a/a a 1.499 milioni) e dell’utile netto (raddoppiato a 1.399 milioni rispetto al 2017). Il tutto grazie al buon contenimento dei costi. In scia ai risultati migliori delle attese le azioni hanno toccato a piazza affari il massimo storico dalla quotazione di 8,474 euro.
“Poste Italiane ha centrato tutti gli obiettivi finanziari delineati per il 2018, a livello di gruppo e in tutti i settori di business, grazie ad un’azione più incisiva di efficientamento e ad una forte crescita dell’utile operativo, trainato da una costante crescita dei ricavi e da una ridotta dipendenza dalle plusvalenze. I risultati per il 2018 hanno anche evidenziato il miglioramento della nostra leva operativa, e l’incremento dei ricavi si è tradotto in un incremento dell’utile operativo. La solidità dello stato patrimoniale, caratterizzato da basso indebitamento, ha trasmesso lo stesso impatto a livello di utile netto”.
È con queste parole che Matteo Del Fante, Ad di Poste Italiane, ha commentato i conti relativi al 2018.
“Questi risultati sono stati determinati dalla trasformazione prevista dal piano “Deliver 2022”, che consentirà a Poste Italiane di capitalizzare sulle opportunità di crescita del mercato. Tale programma prevede anche la trasformazione del nostro core business di corrispondenza e pacchi per sfruttare la rapida crescita dell’e-commerce, con l’espansione della nostra offerta di prodotti finanziari e assicurativi nell’ambito di una rete distributiva senza pari, nonché le continue opportunità di una crescita create dalla convergenza fra pagamenti digitali e telecomunicazioni mobili”, ha aggiunto Del Fante.
Nel 2018 i ricavi totali si sono attestati a 10.864 milioni (+2,2% a/a), grazie alla crescita dei ricavi ricorrenti e a una ridotta dipendenza dalle plusvalenze sulla cessione dei titoli di stato. Il contributo del solo quarto trimestre è stato pari a 2.913 milioni (+6,5% rispetto al periodo di confronto).
Per quanto riguarda le singole componenti, il settore dei servizi finanziari ha registrato un giro d’affari di 5.186 milioni (+4,6% rispetto al 2017), di cui 1.342 milioni nel solo quarto trimestre (+12,6% a/a). Il tutto grazie all’apporto della distribuzione di prestiti e mutui, dei fondi di investimento e del risparmio postale (collaborazione con Cdp) che ha generato commissioni per 1.827 milioni (+17% a/a) e dalla ridotta dipendenza dalle plusvalenze e la transizione verso un mix più sostenibile di ricavi ricorrenti.
I ricavi generati dai servizi postali e commerciali sono calati a 3.579 milioni (-1,4% rispetto all’anno precedente), di cui 991 milioni nel quarto trimestre (+2,1% rispetto al quarto trimestre 2017). La crescita dei ricavi delle attività di corrispondenza grazie ad un re-pricing ha compensato il calo dei volumi, mentre quelli delle attività di recapito dei pacchi continuano a crescere sulla scorta del forte impulso del B2C e dell’implementazione del Joint Delivery Model, nonché alla trasformazione della rete ancora in corso.
Il settore assicurativo ha registrato una raccolta premi netta in lieve crescita a 1.471 milioni (+1% rispetto al 2017), di cui 422 milioni nel quarto trimestre (-0,2% rispetto al periodo di confronto), grazie all’incremento delle polizze danni e dei piani individuali pensionistici e alla tenuta del ramo vita e al constante ribilanciamento verso attività a basso assorbimento di capitale nel ramo danni.
I ricavi riferiti ai pagamenti digitali hanno toccato 628 milioni (+7,2% a/a), di cui 158 milioni nel quarto trimestre (+5,5% rispetto al quarto trimestre 2017), grazie ad un aumento delle carte PostePay e ad un numero più elevato di operazioni sia nel canale fisico sia in quello digitale, nonché degli altri segmenti.
La tenuta dei ricavi, unita al contenimento dei costi operativi (-1,5% a 9.365 milioni rispetto all’anno precedente) ha permesso all’Ebit di salire a 1.499 miliardi (+33,5% rispetto al 2017).
Il maggiore apporto al risultato operativo è arrivato dal comparto dei servizi assicurativi (+8,4% a 866 milioni rispetto all’anno precedente), seguito dai servizi finanziari (+33,1% a/a a 859 milioni). L’Ebit del settore dei servizi postali è risultato negativo per 430 milioni, a fronte del rosso di 517 milioni del 2017. L’Ebit del settore dei pagamenti digitali è salito a 204 milioni (+4,7% rispetto all’anno precedente).
Il periodo si è chiuso con un utile netto balzato a 1.399 milioni (+103% rispetto al 2017. Il contributo dei servizi finanziari è stato di 617 milioni (+23,6% a/a), quello dei servizi assicurativi di 1.001 milioni (+83,3% rispetto al 2017), quello dei servizi postali negativo per 372 milioni (perdita netta di 502 milioni nel 2017) e quello dei pagamenti digitali positivo per 153 milioni (+4,8% rispetto al periodo di confronto). Il risultato ha beneficiato di 385 milioni non ricorrenti legati alle Dta all’interno dei servizi assicurativi.
A fine dicembre, il totale delle masse gestite/amministrate dal gruppo ammonta a 514 miliardi (+4 miliardi rispetto al 31 dicembre 2017), grazie ad una raccolta netta di 1,6 miliardi che ha ricevuto un consistente contributo dal settore retail (3,5 miliardi), nonostante un contesto di mercato volatile
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2018 è positiva per 5,4 milioni (liquidità netta di 5,6 milioni a fine 2017).
Sul fronte della solidità patrimoniale, a fine dicembre il Solvency II del gruppo si attesta al 211% (279% al 31 dicembre 2017), dopo l’impatto legato all’allargamento dello spread. Il coefficiente pro-forma è pari al 235%, a seguito della recente approvazione di1,75 miliardi in fondi propri accessori.