Nell’esercizio chiuso il 31 dicembre 2018 Pfizer ha totalizzato ricavi per 53,6 miliardi di dollari (+2,1% a/a), un Ebitda di 17,2 miliardi (-2,7% a/a) e un risultato netto di 11,2 miliardi (-47,6% a/a). A fine periodo l’indebitamento finanziario netto era pari a 40,6 miliardi.
Nell’esercizio 2018, il fatturato di Pfizer è salito del 2,1% a/a a 53,6 miliardi di dollari grazie all’andamento della divisione dei prodotti a valore aggiunto Innovative Health che registra un aumento del 6,4% da 31,4 miliardi (59,8% del totale) a 33,4 miliardi (62,3% del totale) parzialmente compensato dalla performance della business unit relativa ai prodotti generici e/o ormai maturi (Essential Health) che retrocede del 4,3% a 20,2 miliardi (37,7% del totale) rispetto ai 21,1 miliardi del 2017 (40,2% del totale).
Da un punto di vista geografico gli USA, nonostante il calo del 2,7% a 25,3 miliardi di dollari rimangono il primo mercato per il gruppo (47,7% del totale ricavi), seguiti dall’area Europa Occidentale & Scandinavia (17,0% del totale) che ha registrato un progresso del 7,1% a 9,1 miliardi e da quella asiatica e oceanica (Canada, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda), in calo dello 0,0% a 4,6 miliardi. Infine,l’insieme dei mercati emergenti rappresenta il 23,6% delle vendite totali e ha chiuso l’esercizio con una crescita del 23,6% a 12,7 miliardi.
Proseguendo l’analisi del conto economico l’Ebitda scende del 2,7% passando dai 17,7 miliardi di dollari del 2017 (33,7% dei ricavi) ai 17,2 miliardi del 2018 (32,1% del fatturato).
Un po’ più consistente è stato il calo dell’Ebit (-4,7%) da 13,0 miliardi di dollari (24,7% dei ricavi) a 12,4 miliardi (23,0% del fatturato) a causa sia della dinamica dell’Ebitda che dell’aumento degli ammortamenti (4,76 miliardi nel 2017 e 4,89 miliardi nell’esercizio appena concluso).
Infine, l’andamento della fiscalità (oneri per 706 milioni nel 2018 vs. un beneficio di 9,1 miliardi nel 2017), ha determinato una ulteriore contrazione dell’utile netto (-47,6%) da 21,4 miliardi (40,6% dei ricavi) a 11,2 miliardi (20,9% del fatturato).
La struttura finanziaria consolidata vede un patrimonio netto che passa dai 71,7 miliardi di dollari del 31 dicembre 2017 (con un ratio total asset/ equity pari a 2,40x) ai 63,8 miliardi del 31 dicembre 2018 (con un ratio total asset/ equity pari a 2,50x).
Grazie alla dinamica dei cash flows sotto descritta, l’indebitamento finanziario netto scende da 42,1 miliardi a 40,6 miliardi e di questi la componente a breve è di 7,7 miliardi (8,6 miliardi nel 2017).
Alla luce dell’andamento dell’Ebitda e della pfn, il rapporto Net Debt / Ebitda risulta poco mosso (da 2,38x a 2,35x) mentre il ratio Net Debt / Equity è in aumento dallo 0,59x allo 0,64x per via della diminuzione del patrimonio netto.
Infine, il calo dell’utile netto ha portato alla contrazione del roe dal 29,8% al 17,5%.
Nel 2018 i flussi di cassa operativi sono stati pari 15,8 miliardi di dollari e a questi si sono aggiunti 4,5 miliardi provenienti dall’attività di investimento, principalmente legati alla compravendita di titoli.
Pertanto,il free cash flow generato è stato pari a 20,3 miliardi ed è stato impiegato per 12,2 miliardi nel programma di buy-back azionario e per 8,0 miliardi nella distribuzione di dividendi.
Infine, l’esercizio delle stock option ha generato un flusso in entrata pari a 1,3 miliardi.
Alla fine del 2018 l’azione ordinaria, pur rimanendo inserita nel trend ascendente di lungo periodo, ha vissuto una fase di realizzi dopo avere toccato,lo scorso 4 dicembre, i massimi da inizio 2001 a 46,47 usd.