d’Amico International Shipping nel 2018 ha riscontrato un calo del 4,9% dei ricavi base time charter a 244,9 milioni di dollari, scontando uno degli anni peggiori dell’ultimo decennio per le navi cisterna di petrolio.
Nello scorso anno, e in particolare nei primi nove mesi dell’anno, l’eccessiva offerta di tonnellaggio si è scontrata con un indebolimento della domanda, oltre che con l’aumento dei prezzi del bunker che ha impattato sul commercio dei prodotti raffinati.
Nell’ultimo trimestre dell’anno si è invece riscontrato un miglioramento del sentiment, non sufficiente però ad invertire l’andamento dell’anno.
La tariffa spot giornaliera nell’esercizio si è infatti attestata in media a $ 10.798, in calo del 10,2 per cento, mentre la tariffa fissa è stata pari in media a $ 14.850, in diminuzione del 3,8 per cento.
In riferimento a quest’ultima, la percentuale di ricavi generata da questo tipo di contratto (percentuale di copertura) è rimasta elevata, assicurando una media del 34,2% (33% nel 2017) dei ricavi.
L’andamento è in linea con la strategia del gruppo e permette, oltre che di bilanciare gli effetti della contrazione del mercato spot garantendo i ricavi e sostenendo la generazione di flussi di cassa da attività operative, di consolidare ulteriormente i tradizionali rapporti con le principali compagnie petrolifere.
In media, i TCE giornalieri medi totali di d’Amico sono stati pari a $ 12.184, in diminuzione del 7,3% rispetto al 2017.
La flessione della top line ha influito sulla gestione operativa, dove l’Ebitda si è più che dimezzato a $ 17,5 milioni, con un’incidenza sul fatturato scesa al 7,2% (-710 basis point).
L’Ebit, nonostante minori ammortamenti, ha dunque evidenziato una perdita operativa di $ 17,3 milioni, contro il risultato negativo per $ 11,4 milioni dell’anno precedente.
L’esercizio si è chiuso con una perdita per $ 55,1 milioni, in aumento rispetto a quella di $ 37,3 milioni dell’anno precedente.
Oltre alle dinamiche sopra descritte il risultato è stato penalizzato da un peggioramento della gestione finanziaria netta, come effetto della svalutazione di alcune attività finanziarie e dell’aumento degli oneri finanziari.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto è salito a $ 588,7 milioni rispetto ai $ 510,2 milioni rilevati alla fine del 2017.
Si segnala inoltre che nel periodo sono state sostenute spese lorde in conto capitale per $ 101,5 milioni legate principalmente al programma di costruzione di 22 nuove navi cisterna “Eco design”, avviato nel 2012 e ormai prossimo alla conclusione, per un investimento complessivo di $ 755 milioni.
Spese che sono state parzialmente compensate da $21,9 milioni di ricavi generati dalla vendita di navi e da $ 80 milioni di flussi di cassa positivi da attività finanziarie.
Nel futuro il management ritiene di essere ben posizionato per cogliere la ripresa del mercato, anche grazie alla maggior richiesta della tipologia di navi possedute da d’Amico per effetto dell’introduzione della normativa IMO sul contenuto di zolfo nei combustibili marini.
Sta per giungere infatti a termine il programma di rinnovo della flotta iniziato nel 2012, con la consegna dell’ultima nave prevista per il terzo trimestre di quest’anno, che porterà a un ridotto libello di investimenti e rimborsi sul debito a partire dal 2020.
Ciò, insieme all’attesa ripresa del mercato dei noli, dovrebbe contribuire a una significativa gestione di cassa.