Exor, negli ultimi 12 mesi (tramite Exor Investments Llp), ha acquisito importanti partecipazioni in gruppi minerari del Sud Africa e del Canada operanti nel mercato dell’oro e dei metalli preziosi.
Il totale del portafoglio investito in titoli del settore metallifero, secondo quanto riportato da il Sole24Ore, è pari a circa 500 milioni. La holding torinese ha assunto posizioni rilevanti in Sibanye-Lonmin, secondo operatore mondiale di miniere di platino e palladio, e altre cinque società specializzate nell’estrazione dei metalli preziosi (Armony Gold, New Gold, Nova Gold, Cameco e Vaneck).
Si segnala che l’investimento in Sibanye-Lonmin, che costituisce circa il 37% del portafoglio, risale allo scorso 30 giugno e da allora il titolo in Borsa ha guadagnato circa il 90%, in scia al rally dell’oro e di altri metalli preziosi.
L’interesse di Exor in queste società è giustificato dal fatto che il platino e il palladio sono utilizzati come catalizzatore nelle marmitte. In particolare, il palladio viene utilizzato per le macchine a benzina e in Borsa quota sopra i 1.600 dollari l’oncia (più dell’oro). Tale metallo è in una sorprendente fase rialzista iniziata a fine 2008, quando valeva 177,5 dollari l’oncia, trainato da una domanda molto superiore all’offerta.
Maggiori chiarimenti riguardo alla nuova strategia del gruppo della famiglia Agnelli sono attese da analisti e azionisti già il prossimo 27 marzo, giorno in cui il cda approverà i risultati del 2018.
Intanto a Piazza Affari, intorno alle 11:40, il titolo quota a 56,88 euro, in calo dell’1,6 per cento.