Cerved – Il punto sulla governance

Negli ultimi giorni sono state depositate diverse liste in vista dell’assemblea degli azionisti di Cerved del prossimo 19 aprile che, tra i punti all’ordine del giorno, ha anche l’elezione del nuovo cda a valere sul triennio 2019-2021.

Non essendoci un socio di riferimento, la lista di riferimento è quella presentata dal cda uscente. Dei undici nomi proposti sei fanno parte dell’attuale cda, a partire da Andrea Mignanelli, candidato a diventare Ad, Fabio Cerchiai (presidente) e Gianandrea De Bernardis (attuale Ceo e vice presidente).

L’altra lista di un certo rilievo è quella presentata da MutuiOnline, il maggiore singolo azionista del gruppo con una quota del 3%, che ha candidato Marco Pescarmona e Feliciano Latella.

Secondo lo statuto, risultano eletti i candidati delle due liste che hanno ottenuto il maggiore numero di voti. Ogni avente diritto di voto può votare una sola lista.

Per quanto riguarda la composizione il board uscente, negli orientamenti sulla composizione quali-quantitativa, ha fatto presente che “nel prossimo rinnovo del cda per il triennio 2019-2021 si dovrà tenere conto di un importante fattore contingente allo specifico momento di evoluzione della governance di Cerved Group”.

“Più in particolare, la composizione del prossimo consiglio dovrà pienamente tenere conto della tipologia di pura public company di Cerved Group . Ciò significa una presenza maggiore di consiglieri non esecutivi Indipendenti sostituendo almeno tre degli attuali consiglieri esecutivi, i quali, nel triennio trascorso, hanno ben garantito le competenze e la continuità necessarie nel passaggio da un azionariato di fondi di private equity ad un gruppo quotato e public company”.

Per quanto riguarda il numero dei componenti, secondo quanto prevede lo statuto il numero deve essere compreso tra nove e undici. Il cda attuale è composto da undici membri, numero giudicato congruo dal board uscente anche per il prossimo.

Dai consiglieri è emersa poi la preferenza che i membri di nuova nomina provengano da esperienze in società quotate, idealmente con azionariato diffuso e significativa presenza di investitori istituzionali.