Nel 2018 Masi Agricola ha riportato ricavi consolidati pari a 65,3 milioni, in crescita dell’1,5% rispetto al 2017 (+3,4% a cambi costanti).
Nel principale mercato di sbocco, rappresentato dall’Europa (esclusa l’Italia) e che riflette il 40,9% dei ricavi complessivi, le vendite sono aumentate dell’1% a 26,7 milioni, cui seguono quelle realizzate nell’area delle Americhe (34,5% del totale), in calo del 4,5% a 22,6 milioni principalmente per l’effetto di cambi sfavorevole. I ricavi realizzati in Italia (21,9% del totale) hanno evidenziato una crescita del 12,3% a 14,3 milioni, mentre quelli consuntivati in altri paesi assommano a 1,8 milioni (+10,8%).
In calo invece i margini operativi con l’Ebitda e l’Ebit, diminuiti rispettivamente del 5,5% a 12,3 milioni e del 9,3% a 9,2 milioni, in presenza di ammortamenti e svalutazioni aumentati dell’8,4% a 3 milioni.
I minori oneri finanziari netti (-15,2% a 0,6 milioni) unitamente a una minore incidenza delle imposte, con un tax rate sceso al 16,7% dal precedente 29,2 per cento, hanno consentito al gruppo di chiudere l’esercizio con un utile netto in aumento del 7,2% a 7,2 milioni.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 9 milioni, sostanzialmente stabile rispetto a fine 2017.
Il CdA proporrà all’assemblea degli azionisti la distribuzione di un dividendo di 0,10 euro per azione, in linea con quello distribuito l’anno scorso, con uno yield del 2,6 per cento, che sarà pagato a partire dal prossimo 26 giugno, con stacco cedola il 24 giugno.
Infine, il management segnala che sussistono elementi che rendono più difficoltosa la prevedibilità della gestione. Elementi tra i quali la generale incertezza socio-politica e economica in parecchi mercati, la volatilità dei mercati finanziari e conseguentemente dei tassi di cambio, nonché la maggior prudenza dei clienti negli acquisti.
###
Resta sempre aggiornato sul tuo titolo preferito, apri l'Insight dedicato a Masi Agricola