Frendy Energy (Aim) – Ebitda a 1,1 mld (+46,1%) nel 2018

Nel 2018 il gruppo Frendy Energy ha registrato ricavi consolidati in aumento su base annua del 17,5% a 2,2 milioni.

Un andamento che ha beneficiato soprattutto della piena operatività delle nuove centrali di Brida dei Cavalletti e Chiusa della Città, nonché della continuità d’esercizio della centrale di Carrù.

L’esercizio è stato caratterizzato da produzioni pari a 10,5 GWh, aumentate rispetto al 2017 di circa 1,7 GWh, principalmente in relazione alla centrale di Carrù.

A livello di risultati operativi, l’Ebitda ha riportato un progresso del 46,1% a 1,1 milioni, sia per l’aumento dei ricavi sia per il venir meno di oneri netti non ricorrenti registrati nel 2017.

L’Ebit evidenzia un deficit di 5,8 milioni, peggiorato rispetto a quello contabilizzato nel 2017 (-623mila euro) a seguito di svalutazioni per 5,9 milioni inerenti la riconsiderazione delle produzioni attese degli impianti.

L’impairment test ha evidenziato inoltre le difficoltà di alcuni impianti a recuperare l’intero valore dell’investimento effettuato negli esercizi precedenti in relazione a fattori esogeni, quali il cambio di alcune tipologie di colture nel bacino dell’Est Sesia che influenzano negativamente la portata dell’acqua nei canali, nonché costi legati alla tutela dell’ambiente e della sicurezza per l’esercizio delle centrali elettriche.

Il conto economico si è chiuso con una perdita netta di 4,4 milioni, a fronte di un deficit di 1 milione nel 2017.  Un risultato che include gli effetti derivanti dall’adesione al consolidato fiscale IRES del gruppo Edison. Al netto di tale effetto la perdita sarebbe stata di circa 200mila euro.

Sul fronte patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto al 31 dicembre 2018 si esprime in circa 2,4 milioni, in miglioramento di 362mila euro rispetto al dato di fine anno 2017.

Alla riduzione del debito netto hanno contribuito i flussi finanziari positivi determinati dalla gestione ordinaria. Inoltre si segnala che a fine 2018 è stato rimborsato il Prestito Obbligazionario Convertibile per residui 3,6 milioni, con conseguente riduzione prospettica del costo complessivo del debito.

Per il 2019 il management si attende risultati su cui influiranno positivamente la messa in marcia commerciale della centrale di Nicorvo nella seconda parte dell’anno e l’ottimizzazione dei costi operativi e di manutenzione, in un contesto meteorologico difficile per via della siccità record registrata nei primi mesi dell’anno in corso.

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