Il Ftse Italia Banche chiude con un calo dello 0,5% e allineato all’analogo europeo (-0,5%), non impedendo però al Ftse Mib (+0,4%) di chiudere in territorio positivo.
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con l’intesa che potrebbe essere sancita tra i due presidenti, Donald Trump e Xi Jinping, anche se il vertice in principio previsto per fine mese subirà un rinvio, forse a giugno. Nel frattempo, le delegazioni dei due Paesi si rivedranno di nuovo questa settimana e quella successiva.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, dopo che il premier inglese, Theresa May, ha chiesto all’UE di estendere il termine per l’uscita, attualmente fissata al 29 marzo, fino al 30 giugno per sottoporre di nuovo l’intesa raggiunta al voto del Parlamento, che ha preso direttamente in mano la questione. L’Unione Europea non vorrebbe andare oltre il 22 maggio, prima delle elezioni europee del 26 maggio, condizionato però all’ok del Parlamento inglese all’accordo nei prossimi giorni. In caso contrario, la scadenza sarebbe prorogata fino al 12 aprile per decidere cosa fare.
Per quanto riguarda l’Italia, l’Istat ha certificato l’entrata in recessione tecnica per l’economia italiana, portando la Commissione Europea ad abbassare le previsioni di crescita per l’Italia al +0,2% per quest’anno e l’Ocse addirittura al -0,2 per cento.
Sul comparto bancario, anche a causa dello spread Btp-Bund mantenutosi stabile in area 250 pb (fonte Mts Markets), sono proseguite le prese di profitto, nonostante la notizia dell’entrata in vigore del decreto varato dal Governo che prevede il rinnovo della garanzia pubblica (Gacs) per altri 24 mesi e prorogabili per altri 12 mesi.
L’andamento continua a risentire anche del report di Credit Suisse secondo il quale, secondo quanto riportato dalla stampa, il mercato non tiene conto abbastanza delle difficoltà che le banche potrebbero trovare sul fronte del margine di interesse, considerando anche che almeno fino a fine anno non ci sarà nessun rialzo dei tassi, e delle problematiche legate alla qualità degli attivi.
Seduta contrastata per i titoli del Ftse Mib, tra i quali limita il ribasso Intesa Sanpaolo (-0,3%), che sta valutando opzioni strategiche nella gestione degli Utp. Tiene Ubi (+0,2%), attualmente concentrata sul rinnovo del cda. In rosso Bper (-0,9%), che nei giorni scorsi ha ottenuto la Gacs sulla cartolarizzazione “Aqui”, Acquisti su Mediobanca (+0,8%), con la banca che ha collocato un bond senior secondo quanto si apprende dalla stampa.
Sul Mid Cap ritraccia Credem (-0,4%), mentre rallenta nuovamente Popolare Sondrio (-0,5%). Recupera Mps (+0,6%), con il Tesoro che entro fine anno deve presentare all’UE il piano di uscita dal capitale. Ancora denaro su Creval (+1,3%), i cui vertici sono al lavoro sulla stesura del nuovo piano industriale.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con le offerte vincolanti per una possibile aggregazione che sono attese entro metà aprile e con in gara solo due operatori secondo gli ultimi rumor di stampa. Risale leggermente Banca Finnat (+0,3%), che ha confermato i target al 2020.