Banco BPM – Strategia Corporate: focus sulle PMI, sulle mid cap e sulla redditività

Banco BPM completa con successo l’impegnativa riorganizzazione delle reti commerciali delle due banche che hanno dato vita al Gruppo il primo gennaio 2017. Un’evoluzione che ha coinvolto anche la struttura Corporate e che “ha visto impegnato il Gruppo per tutti i primi mesi del 2018. Ora Banco BPM è pronto ad affrontare la concorrenza e a conquistare nuove quote di mercato, con una particolare attenzione ai comparti PMI e mid cap, imprese per le quali intendiamo diventare il partner finanziario di riferimento”.

Banco BPM si appresta ad affrontare il terzo anno di vita con tutte le carte in regola per sfidare la concorrenza in modo competitivo,puntando a crescere e a conquistare nuove quote di mercato nel settore Corporate, target strategico per le banche italiane.

Dopo aver superato la fase di riassetto e de-risking, l’obiettivo fondamentale è ora puntare sulla redditività, salvaguardando al contempo il forte legame con il territorio e la clientela. Valori e caratteristiche già distintivi delle due banche che hanno dato origine al Gruppo, Banca Popolare di Milano e Banco Popolare, realtà fortemente radicate in aree geografiche connotate da un forte e dinamico tessuto economico ed imprenditoriale.

“L’unione – ricorda Luca Manzoni, responsabile Corporate del Banco BPM – “ha dato origine a una banca fortemente connotata territorialmente e solidamente patrimonializzata, oltre che dotata di una capillare rete distributiva. Qualità che rendono la Banca particolarmente vicina alle esigenze dei clienti, sia privati sia aziende. Il Gruppo, infatti, attraverso un giusto mix tra dimensioni di Istituto nazionale e assetto operativo “lean”, si caratterizza per un’agilità operativa ed una velocità di risposta distintive nel panorama dei top player del sistema”.

Quanto sopra beneficia inoltre della “maggiore efficienza derivante dalla riorganizzazione interna messa a punto lo scorso anno nell’ambito di un processo che ha posto forte attenzione su integrazione, ristrutturazione, razionalizzazione e che ha impegnato tutta la rete distributiva e le strutture centrali nei primi mesi del 2018”.

Ora, prosegue Manzoni, “la struttura Corporate è operativa e rodata e abbiamo tutte le carte in regola per affrontare il 2019 nel migliore dei modi. Il nostro assetto distributivoprevede cinque macro aree territoriali, denominate ‘Mercati’, cui si aggiunge una struttura Large Corporate dedicata a servire le aziende con fatturato superiore a 1 miliardo di euro”.

Vi sono poi le‘fabbriche prodotto centrali’, come la Finanza Strutturata, l’Origination, l’Estero e l’attività di Investment Banking svolta dalla nostra controllata Banca Akros. Questa impostazione, aggiunge il responsabile Corporate del Banco BPM, “permette di offrire alle imprese una gamma di prodotti e servizi tailor made realmente completa e competitiva”.

Una struttura efficiente e pronta a raccogliere le sfide del mercato, anche se i segnali provenienti dal panorama economico invitano a una certa cautela per quanto riguarda il 2019. “Al momento i segnali macro sulla crescita, non solo in Italia ma anche all’estero, indicano un potenziale rallentamento per i prossimi mesi. Ne consegue una certa prudenza da parte degli imprenditori ad avviare nuove iniziative/investimenti. E questo fa sì che – conclude Manzoni – anche la domanda di credito da parte delle aziende possa risentirne”.

Il 2018: anno della riorganizzazione e del rodaggio della nuova struttura

Luca Manzoni – Responsabile Corporate Banco Bpm

Il 2018 per Banco BPM è stato un anno importante, che ha visto la Banca impegnata su diversi fronti. Da una parte l’importante azione di de-risking, accompagnata dal rafforzamento patrimoniale a livello di Gruppo, dall’altra il completamento della nuova struttura commerciale con il relativo riassetto della rete distributiva.

Operazione non semplice, vista la necessità sia di armonizzare le due differenti reti, quella di Banca Popolare di Milano e quella di Banco Popolare, sia di ridistribuire una parte consistente dei portafogli clienti sui nuovi gestori della relazione.

“I primi mesi dello scorso anno ci hanno visti concentrati sulla fusione delle due reti bancarie. Dovevamo creare un’unica famiglia, caratterizzata dal medesimo linguaggio e da obiettivi condivisi, partendo da soggetti con esperienze differenti. Abbiamo messo a punto la nuova organizzazione che ha mostrato di funzionare bene fin da subito” osserva Manzoni.

“In un anno non facile, soprattutto nella prima parte, abbiamo raggiunto i target fissati, riuscendo a crescere significativamente in termini di volumi, rafforzando le nostre quote di mercato e al contempo portando a termine con successo le più importanti operazioni del mercato italiano”.

Un processo inserito in un più ampio piano d’integrazione improntato su concetti di efficienza e razionalizzazione anche sui seguenti fronti: risorse, riqualificazione e valorizzazione delle competenze, ottimizzazione della presenza fisica sul territorio, forte impegno sui canali digitali.

Per il 2019 l’obiettivo è continuare a crescere nel lending

“Nel 2019 vogliamo continuare a crescere. Riteniamo di avere ancora spazio per incrementare la nostra quota di mercato nel corporate lending. La concessione del credito rappresenta – per la clientela aziende – l’elemento fondante del rapporto con la Banca e costituisce l’occasione per il consolidamento o l’avvio di nuove relazioni. Partendo da questo elemento che rimane sempre fondamentale, il dialogo che si instaura tra azienda e Banca ci permette di evolvere la relazione dal corporate lending ordinario verso servizi più specialistici e ad alto valore aggiunto per la clientela, quali ad esempio: Finanza Strutturata, servizi per l’internazionalizzazione, Advisory & Investment Banking” spiega Manzoni.

“Attualmente nel settore imprese abbiamo una quota di mercato prossima al 10% a livello nazionale (con posizionamento più rilevante nelle province a maggiore dinamicità imprenditoriale) e pensiamo di avere le potenzialità per arrivare a crescere ulteriormente nel corso del 2019”, sostiene il manager.

“Noi siamo pronti, pur dovendo confrontarci con uno scenario economico, anche a livello internazionale, che rimane sfidante. I segnali arrivano ad esempio dalle operazioni in gestazione nell’ambito della Finanza Straordinaria, che evidenziano un certo rallentamento. Ciò è determinato anche da un atteggiamento più prudente e riflessivo da parte degli imprenditori, che rinviano alcuni progetti ed investimenti a momenti in cui ritornerà maggiore fiducia” aggiunge il responsabile Corporate di Banco BPM.

Nel 2019 è prevista una crescita del margine di interesse

Nel 2018 la Banca ha mostrato un buon andamento del margine di interesse. Al di là degli effetti contabili derivanti dall’introduzione dei principi IFRS9 e da altri elementi straordinari, su basi omogenee il margine di interesse è cresciuto dell’1,2%, trainato dal minore costo del funding.

“Uno degli obiettivi finanziari per il 2019 è la crescita del margine di interesse. L’attenzione alla profittabilità, oltre a essere uno dei target del nostro piano industriale, è uno degli aspetti su cui la BCE pone maggiormente l’accento. Per questo, oltre ai volumi, siamo molto attenti nella gestione dello spread. Stiamo iniziando a vedere i primi segnali di incremento nel costo della raccolta e stiamo operando in chiave di ottimizzazione del pricing alla clientela” sottolinea Manzoni.

Ciò rappresenta una parziale inversione del trend registrato nel corso del 2018, che ha visto una progressiva contrazione del mark-up, in parte determinata da una decisa azione di crescita discontinua sugli impieghi.

“Nel mese di gennaio, invece, pur mantenendo una forte attenzione alla crescita, si iniziano a registrare gli effetti positivi del re-pricing sugli impieghi a medio termine di nuova erogazione” precisa Manzoni.

La nuova organizzazione della rete

La nuova organizzazione dell’assetto distributivo ha portato alla creazione di due modelli commerciali specializzati:

– la Rete Retail (privati ed imprese di minori dimensioni) incentrata sulla capillare presenza sul territorio;

– la Rete Corporate (per imprese di maggiori dimensioni) basata su gestori specializzati operanti su tutto il territorio nazionale.

Le due Reti attuano specifici modelli di servizio alla clientela, mantenendo una forte sinergia commerciale e operativa.

La rete Retail dispone di oltre 1.700 sportelli per il 75% concentrati nelle regioni a maggiore vocazione industriale,che per PIL e dinamicità dell’economia tengono testa ai migliori distretti europei.

“La nostra capillarità sul territorio ci permette una velocità di risposta alle richieste della clientela, punto di forza della nostra struttura. La maggior parte delle pratiche e degli affidamenti vengono infatti decisi a livello locale” fa notare Manzoni.

“Nell’ambito della clientela Corporate abbiamo inoltre puntato su una forte specializzazione del modello e del livello di servizio; ad esempio abbiamo identificato una fascia di clientela a maggior complessità (circa un quarto delle controparti assistite) per la quale il gestore della relazione è affiancato da un team di specialisti con competenze distintive a livello di settore industriale, in grado di suggerire soluzioni più innovative e a valore aggiunto per il cliente” spiega Manzoni.

“Il modello Corporate si completa con le fabbriche prodotto centrali: Estero e Trade Finance, Finanza Strutturata, e infine Banca Akros, società controllata che conta professionisti specializzati in corporate finance” sintetizza Manzoni.

L’Estero e trade finance

Estero e Trade Finance, guidata da Fabio De Rosa, manager con lunga esperienza in campo internazionale,è la struttura a supporto della rete commerciale dedicata alla consulenza e allo sviluppo di soluzioni per l’internazionalizzazione delle imprese.

Si avvale di un team di specialisti che operano: nell’analisi delle esigenze e delle opportunità di espansione sui mercati esteri, nello sviluppo di relazioni con banche estere, Istituzioni finanziarie, enti sovrannazionali, e nella definizione/presidio dell’area di offerta di prodotti e servizi estero.

Tra questi si ricorda la piattaforma YouLounge, la prima business community italiana collegata alla Trade Club Alliance, network internazionale promosso da Banco Santander, che consente alle aziende clienti di ampliare le proprie opportunità di business in ambito import ed export e stringere relazioni commerciali con primarie banche nel Mondo.

La Finanza strutturata

Finanza Strutturata è l’unità che, all’interno della Direzione Corporate, risponde alle esigenze delle aziende caratterizzate da fabbisogni finanziari più sofisticati. L’attività, coordinata dal responsabile Claudio Stefani, è organizzata in quattro desk (Corporate Lending, Leverage Finance, Real Estate Financing, Project Financing) che operano in collaborazione e sinergia con le reti commerciali e le strutture di prodotto del Gruppo.

“Lo scorso anno l’unità Finanza Strutturata ha concluso circa 160 operazioni, quota in forte crescita rispetto al 2017 evidenziando una distintiva qualità dei team e delle risorse impegnate testimoniata, non solo dagli eccellenti risultati quantitativi, ma anche da riconoscimenti esterni quali l‘aggiudicazione di premi a livello nazionale ed internazionale per aver partecipato alle più importanti operazioni in ambito Leveraged Finance e Project Finance” afferma Manzoni.

Banca Akros, il presidio nel corporate e investment banking

Banca Akros  è la Corporate & Investment Bank del Gruppo. Presente sul mercato da oltre vent’anni, è tra i player più attivi nel panorama delle banche d’investimento italiane.

Fin dalla sua nascita, Banca Akros ha definito la propria identità e il proprio modello di business attraverso un’elevata specializzazione negli ambiti caratteristici della sua attività, sviluppando competenze distintive in settori quali Global Markets, lnvestment Banking e Brokerage, con una riconosciuta leadership maturata nell’ambito della ricerca e dell’analisi finanziaria.

Nell’ambito del Piano Industriale del Gruppo, nel 2018 Banca Akros ha realizzato il rafforzamento della struttura di M&A mediante l’inserimento di risorse senior provenienti da primari operatori del settore, con l’obiettivo di sviluppare l’attività di M&A per le PMI italiane, anche in operazioni cross border.

L’Addendum della Bce aumenterà il “flight to quality”

Tra gli elementi da prendere in considerazione nell’esaminare lo scenario del 2019 vi sono gli effetti dell’Addendum della Bce che pone ulteriori impegni per il settore in riferimento alla copertura dei crediti deteriorati in bilancio.

“Certamente le richieste della Vigilanza creeranno una maggiore pressione verso la selezione delle aziende a cui si fa credito. Il fenomeno già riscontrato del “flight to quality” ha visto in questi anni una maggior competizione nel finanziamento alle aziende di maggiore standing, che hanno progressivamente soddisfatto le proprie esigenze finanziarie. La sfida – per continuare nella crescita e nella mission di assistenza al tessuto imprenditoriale nazionale – sarà nella capacità di selezionare per la clientela i livelli di finanziamento coerenti con le proprie potenzialità e percorsi di sviluppo, sempre nel quadro del contesto normativo in costante evoluzione” afferma Manzoni.

Il peso dell’Addendum comunque si inserisce in un contesto in cui le banche italiane, e Banco BPM in particolare, hanno realizzato un eccellente piano di de-risking.

Per il futuro bisognerà seguire la logica di partnership

“Per continuare a sostenere le imprese italiane e al contempo mantenere un tipo di gestione del lending che non procuri ulteriori problemi legati alle sofferenze occorre un nuovo approccio al finanziamento delle imprese: queste ultime devono rafforzarsi patrimonialmente, crescere, diventare più solide. In questo processo riteniamo che con Banca Akros possiamo svolgere un ruolo di sostegno e accompagnamento delle aziende al mercato dei capitali.

Per le banche, invece, si va verso una logica di collaborazione con altri soggetti per la condivisione del rischio. La banca rappresenterà il punto di riferimento per le aziende, il capofila, ma poi si tenderà a condividere il rischio con altri investitori specializzati in diverse asset class”, conclude il manager.