Il Ftse Italia Banche chiude con un guadagno dell’1,6% e allineato all’analogo europeo (+1,9%), sostenendo anche il Ftse Mib (+0,3%).
Sullo sfondo restano le preoccupazioni per il rallentamento della crescita globale, in attesa che Stati Uniti e Cina possano effettivamente arrivare ad un accordo sulla questione commerciale, con le delegazioni dei due Paesi si rivedranno di nuovo oggi, domani e la prossima settimana.
Ulteriore incertezza è generata dal fronte della Brexit, in attesa che il Parlamento inglese decida quale strada intraprendere e avere così un’idea più chiara sulle tempistiche dell’uscita.
Per quanto riguarda l’Italia, le ultime indiscrezioni di stampa riportano che il Governo nel prossimo Def di aprile potrebbe abbassare le stime di crescita per il 2019 allo 0,1%-0,2% dall’1% attuale, con il rapporto deficit/Pil che salirebbe al 2,3-2,4% dal 2,04 per cento.
“Non possiamo irrigidire la nostra politica di bilancio perché siamo nel mezzo di questa recessione, di questo rallentamento. Dobbiamo aumentare il nostro tasso di crescita e metterci su un sentiero di riduzione del rapporto debito/Pil. Anche il deficit va ridotto, ma crediamo che sia sotto controllo anche se il Paese è tra la recessione e la stagnazione”, ha affermato alla stampa il ministro dell’Economia, Giovanni Tria.
Il comparto bancario, nonostante lo spread Btp-Bund risalito in area 255 pb (fonte Mts Markets), ha recuperato dopo le ultime sedute sottotono. Il tutto in scia al rumor di stampa secondo cui la Bce avrebbe allo studio delle opzioni per ridurre gli oneri sostenuti dalle banche sulla liquidità in eccesso, allo scopo di alleggerire gli effetti sui loro bilanci di una politica monetaria ultra accomodante.
Acquisti su tutti i titoli del Ftse Mib, incluse Banco Bpm (+2,6%), che mette a segno un buon rimbalzo, UniCredit (+2,7%), con la banca che ha emesso un bond Tier2 in dollari da 1,25 miliardi e che prosegue nel de-risking. Bene Intesa Sanpaolo (+0,8%), che sta valutando opzioni strategiche nella gestione degli Utp ed è alle prese con il rinnovo del board, cosi come Ubi (+1,6%).
Sul Mid Cap moderato rialzo per Credem (+0,4%), che nel 2019 punta a crescere nella bancassicurazione, mentre fanno meglio Popolare Sondrio (+1,9%) e Creval (+1,8%). Vendite su Mps (-1%), con il Tesoro che entro fine anno deve presentare all’UE il piano di uscita dal capitale.
Tra le Small Cap riflettori puntati sempre su Carige anche se temporaneamente sospesa dalle contrattazioni per decisione della Consob, con le offerte vincolanti per una possibile aggregazione che sono attese entro metà aprile e con in gara solo due operatori secondo gli ultimi rumor di stampa, mentre è stata conclusa la cessione di Creditis. Brilla Banca Finnat (+2,6%), che ha confermato i target al 2020.