Esautomotion ha chiuso il 2018 con un progresso a doppia cifra di tutti gli aggregati, a partite da un fatturato cresciuto del 18,5% a 18,5 milioni anche grazie alla particolare attenzione verso l’espansione sul mercato cinese. Gli investimenti nelle attività commerciali hanno leggermente penalizzato la marginalità, che dovrebbe comunque tornare a crescere quest’anno in scia ai benefici generati in Cina. Il periodo si è dunque chiuso con un utile netto di 3 milioni, aumentato del 21,5% nonostante il freno delle componenti non ricorrenti legate alla quotazione. Dal lato patrimoniale, la liquidità netta raggiunge i 7,7 milioni. Infine, il board ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,05 euro per azione.
Nel 2018 il giro d’affari consolidato di Esautomotion, gruppo specializzato nei sistemi CNC per la meccatronica ad alta precisione, è cresciuto del 18,5% a 18,5 milioni.
Un progresso connesso principalmente all’incremento dei volumi di vendita grazie agli investimenti in R&D e allo sviluppo delle performance dei prodotti nella applicazioni di mercato strategiche come lavorazione della lamiera, marmo e legno.
Inoltre, nell’anno Esautomotion è riuscita ad aumentare la penetrazione nei clienti strategici in termini di quota di sistemi CNC, grazie all’ampliamento dell’offerta ad applicazioni complementari e a motori e azionamenti.
L’estero inoltre continua ad essere il principale mercato di riferimento del gruppo, con una quota di fatturato diretta del 51% che raggiunge l’80% se si sommano i prodotti venduti sul mercato domestico ed esportati dai clienti costruttori di macchine.
In questo senso, è proseguita l’attività in internazionalizzazione con focus su Turchia e Cina e maggiore attenzione verso i clienti di grandi dimensioni.
In particolare, è stata molto importante l’attività commerciale svolta nel Paese del Dragone, anche grazie agli investimenti effettuati nella filiale di Shanghai, che hanno permesso di raddoppiare i ricavi dagli 1,3 milioni del 2017 e acquisire nuovi clienti di questa tipologia.
Nella gestione operativa l’Ebitda adjusted, ante oneri non ricorrenti, è cresciuto del 15,3% a 5,3 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 28,7% (-80 basis point).
La leggera riduzione della marginalità riflette una maggiore attività commerciale nel mercato low-end su grandi clienti, in particolare in Cina.
Per questo la società ritiene che la redditività possa ritornare a crescere già a partire da quest’anno, sostenuta dall’avvio della produzione di componenti (motori e azionamenti) in Cina e dall’aumento dell’efficienza nell’acquisto dei componenti.
L’Ebit adjusted è anch’esso cresciuto del 15,3% a 4 milioni, con un margine del 21,9% (-60 basis point).
Come detto, la gestione operativa esclude l’impatto negativo di costi non ricorrenti per 0,3 milioni rilevati nel corso dell’anno e inerenti alla quotazione sul mercato Aim di Borsa Italiana e al trasferimento nella nuova sede di Carpi.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto di 3 milioni, in progresso del 21,5% rispetto ai 2,5 milioni dell’anno precedente, beneficiando anche di una diminuzione del tax rate.
Al netto delle componenti non ricorrenti, l’utile netto adjusted ammonta a 3,3 milioni, in crescita del 30% rispetto al 2017.
Da lato patrimoniale, la liquidità netta a fine anno ammontava a 7,7 milioni, contro un indebitamento finanziario netto di 36mila euro rilevato a fine 2017, grazie ai proventi derivanti dall’aumento di capitale effettuato in sede di IPO.
Si segnala inoltre che nell’anno la società ha continuato ad investire in R&D, al fine di proseguire lo sviluppo di software e di nuovi dispositivi integrati secondo i principi dell’Industria 4.0 e a consolidare le prestazioni dei prodotti in nuovi settori applicativi.
Nel 2019 Esautomotion continuerà nella strategia di espansione sui mercati esteri, in particolare in Cina, che dovrebbe permettere di migliorare il risultato operativo nonostante un contesto economico-finanziario incerto.
La continua attività nello sviluppare il contenuto tecnologico dei prodotti di punta sarà infatti accompagnata dall’intensificazione dello sforzo di penetrazione anche nel mercato low end cinese, al fine di aggiungere un elemento anticiclico allo sviluppo del mercato.
Infine, il board ha proposto la distribuzione di un dividendo di 0,05 euro per azione, corrispondente a un payout ratio del 22% e a un dividend yield di circa l’1,6% rispetto alla quotazione attuale di 3,2 euro.
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