Si avvicina l’ora della verità per Carige. Momento in cui si capirà se i fondi che hanno effettuato la due diligence sui conti della banca genovese decideranno di concretizzare il proprio interesse con un’offerta vincolante o sceglieranno di ritirarsi.
Su questo punto si rincorrono voci che suggeriscono scenari differenti sulle posizioni di quelli che paiono i due pretendenti rimasti in campo, il colosso dei fondi Usa BlackRock e il gruppo americano Varde.
Per quanto riguarda BlackRock, ci sono da registrare le dichiarazioni del numero uno per l’Italia, Andrea Viganò, che ha escluso la volontà del gruppo Usa di un investimento diretto nella banca italiana. “L’idea che BlackRock in modo proprietario stia per comprarsi una banca non ha base”, ha dichiarato Viganò, “con i soldi di BlackRock non stiamo comprando niente. Il resto sono operazioni di mercato”. Il presidente esecutivo di BlackRock Italia ha precisato: “Con i portafogli dei nostri clienti tutti i giorni si guardano centinaia di opportunità di investimento e su questo non commento su nessuna singola operazione”.
Quindi il gruppo Usa potrebbe comunque decidere di andare avanti con l’operazione tramite un proprio fondo specializzato.
Anche per il management team del gruppo Varde è arrivato il momento di prendere una decisione. Secondo le indiscrezioni di stampa, l’operazione potrebbe prevedere l’appoggio della famiglia Malacalza, che sarebbe disposta ad effettuare un nuovo investimento al fine di non registrare una diluizione della propria quota al di sopra del 10-15% dall’attuale 27,55 per cento.
Nell’operazione potrebbe rientrare il coinvolgimento dello Schema Volontario del Fitd, che potrebbe convertire il bond sottoscritto a fine novembre, pari a 320 milioni, in azioni. In questo modo, la quota diretta dell’aumento di capitale da 630 milioni che il nuovo partner dovrebbe sostenere sarebbe ridotta. Tuttavia, altre fonti sottolineano come sia sottile la linea di convenienza dell’intero progetto.