Mercati – Apertura piatta, timori per hard Brexit

Partenza poco mossa per le borse europee, dopo i rialzi di ieri in scia ai dati migliori delle attese sull’attività manifatturiera in Usa e in Cina che hanno allentato i timori sul rallentamento della crescita.

Intorno alle 9:10, a Milano il Ftse Mib oscilla sulla parità in area 21.520 punti. Sostanzialmente stabili anche il Dax di Francoforte (0,0%) e il Cac 40 di Parigi  (+0,04%), mentre avanzano leggermente il Ftse 100 di Londra (+0,3%) e l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%).

Ottimismo sul fronte dei negoziati commerciali tra Stati Uniti e Cina, con i segnali distensivi tra le parti per facilitare le trattative in vista della ripresa dei colloqui nei prossimi giorni con l’arrivo a Washington del vice premier cinese Liu He.

Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund riparte in area 254 punti base con il rendimento del decennale italiano al 2,51%, dopo che ieri l’Ocse ha annunciato di prevedere un anno di recessione per l’Italia con il Pil 2019 in calo dello 0,2% e un deficit al 2,5% ben superiore al target del 2,04% negoziato dal governo con Bruxelles.

Prosegue invece il caos Brexit, dopo che ieri il parlamento britannico non ha approvato nessuna delle alternative all’intesa che il primo ministro Theresa May ha raggiunto con Bruxelles.

Sembra sempre più probabile l’ipotesi di no deal, con Londra che dovrà lasciare l’Unione europea senza accordo il prossimo 12 aprile se il parlamento non troverà una soluzione nei prossimi giorni.

Intanto la sterlina scende a 1,305 sul dollaro, mentre il biglietto verde viaggia poco mosso nei confronti delle altre valute. Il cambio euro/dollaro si mantiene in area 1,12, mentre il dollaro/yen viaggia a 111,4.

Tra le materie prime, infine, le quotazioni del greggio si mantengono sui massimi da inizio anno con il Brent (+0,2%) a 69,1 dollari e il Wti (+0,2%) a 61,7 dollari, mentre l’oro scende sotto quota 1.290 dollari l’oncia.

Tornando a Piazza Affari, ancora positiva Saipem (+0,8%) dopo il rialzo di ieri. Bene anche Leonardo (+0,5%) e A2A (+0,6%), mentre arretra Fca (-0,7%) dopo il crollo di marzo delle immatricolazioni italiane.