In una giornata perlopiù positiva per le Borse europee, Milano chiude le contrattazioni sulla parità.
Il Ftse Mib termina la seduta a 21.522,92 punti, arretrato rispetto al Dax di Francoforte (+0,6%), il Cac 40 di Parigi (+0,3%), l’Ibex 35 di Madrid (+0,3%) e il Ftse 100 di Londra (+1%).
Oltreoceano, invece, Dow Jones (-0,3%), S&P 500 (+0,0%) e Nasdaq (+0,1%) mettono da parte l’ottimismo della giornata precedente innescato da alcuni dati macro, mostrando una certa cautela, determinata da alcuni fattori di incertezza.
Nei prossimi giorni sono attese novità sul fronte dei negoziati commerciali fra Stati Uniti e Cina, mentre in Europa continua a tenere banco la questione “Brexit”. Il parlamento britannico non ha approvato alcuna delle alternative all’accordo di Theresa May con Bruxelles, rendendo più probabile lo scenario di un’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea senza intesa.
Le tensioni commerciali e la Brexit non aaiutano l’economia mondiale a ritrovare quella spinta persa ma, come sottolineato dal direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, pause nel processo di rialzo dei tassi aiuteranno a sostenere l’attività economica nella seconda metà dell’anno.
Sul fronte macro, il dato preliminare di febbraio degli ordini di beni durevoli americani ha mostrato un calo dell’1,6%, dopo il +0,1% della precedente rilevazione (rivista da +0,3%). Gli analisti si attendevano un calo dell’1,8 per cento.
Sul Forex, la sterlina arretra nel cambio con il dollaro e l’euro (GBP/USD a 1,303 e EUR/GBP a 0,858). Il cambio EUR/USD scende a 1,118.
Sull’obbligazionario, lo spread Btp-Bund sale a 257 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 2,52%, complici le previsioni dell’Ocse sull’Italia. Secondo l’organizzazione si prospetta un anno di recessione, con il Pil 2019 in calo dello 0,2% e un deficit al 2,5%, ben superiore al target del 2,04% negoziato dal Governo con Bruxelles.
Tra le materie prime, salgono le quotazioni del greggio, con il Wti e il Brent rispettivamente a 62,37 dollari al barile (+1,2%) e 69,34 dollari al barile (+0,5%).
Tornando a Piazza Affari, Pirelli chiude in testa a +2,9% grazie alla notizia di un impatto positivo di circa 107 milioni legato al riconoscimento dei crediti di imposta in Brasile. Bene anche Stm (+2,7%) e Recordati (+1,6%). In coda, invece, Telecom (-1,8%), Fineco (-1,9%) e Juventus (-2,4%).